If you pay peanuts, you get Monkeys. In ricordo di Sergio Marchionne.


Leggere della morte di Sergio Marchionne mi ha addolorato e intristito profondamente.
È stata una figura cosí gigantesca nel panorama industriale e politico italiano degli ultimi 20 anni, (un panorama peraltro cosí banale e mediocre), da non potere non suscitare un moto di sconcerto in chiunque abbia anche solo lontanamente sentito parlare di lui.
Io peró sotto Marchionne c’ho lavorato per 7 anni e a causa di Marchionne sono andato via da Fiat, ed ho vissuto in prima persona e sulla mia pelle, quello che SM significava sul posto di lavoro.
La sua figura è cosí sfaccettata che non basterebbero due volumi enciclopedici per tirare le somme di un giudizio pressoché definitivo.
E tante cose sono difficili da far capire a chi non abbia lavorato in Fiat, sotto la sua direzione.
Marchionne era ovunque.
Partecipava alle conference call da ogni parte del pianeta ad ore improbabili, per decidere di grosse strategie industriali o che forma dovesse avere il fanale della Mito.
Ogni cosa passava dal suo vaglio.
Si viveva nel terrore di Marchionne in ogni cosa si facesse, era cosí presente che ti pareva potesse materializzarsi da un momento all’altro dietro una stampante o la macchinetta del caffè.
I ritmi di lavoro che imponeva ai suoi manager erano semplicemente inumani, si viveva nel brevissimo periodo (perchè nel lungo “siamo tutti morti”) e, in maniera piú o meno veloce, ha distrutto tutti i suoi manager, sotto una pressione inaffrontabile per chiunque ("if you pay peanuts, you get monkeys" era un'altra frase del suo repertorio di pressione ai manager che dovevano costruire un nuovo budget che non era, per lui, abbastanza ambizioso)
I piú bravi sono diventati CEO di Lavazza o Presidente di Seat, qualcun’altro invece non si è piú ripreso.
Gente in gamba, anche.
Quando il mio capo mi chiamó per dirmi che se ne andava, la colpa era di Marchionne ed io fui costretto a fare le valigie e lasciare l’Italia, per costruirmi la vita che vivo adesso a Madrid.
Ma da un punto di vista industriale, quello che ha fatto sará studiato per secoli ed è, probabilmente inarrivabile.

Per me peró SM rappresenta anche la persona che mi ha fatto il piú grande complimento professionale che potró mai ricevere in vita mia, per il quale sono profondamente pieno di gratitudine e che non dimenticheró mai.
E forse questo è il motivo di questa mia profonda tristezza.
Quando muore un gigante, fa un boato enorme e non ti chiedi se era un genio o uno stronzo.
Sei sopraffatto dal rumore.
Il mio piccolo aneddoto (per quei pochi che ancora non lo conoscono) è insomma questo: lavoriamo ad una campagna piuttosto importante per il lancio di Alfa 159 SW.
Era la prima campagna importante del team di lavoro messo in piedi da Antonio Baravalle nel 2006.
La campagna viene fuori strepitosa, grazie al fantastico lavoro dell'agenzia e non solo, ma è anche tremendamente coraggiosa e, soprattutto, dividente.
Comincia a girare per i corridoi di Fiat, prima della sua messa in onda, ricevendo commenti entusiasmanti o critiche sferzanti.
Finchè la voce arriva alle orecchie di SM che chiama Baravalle perchè vuole vedere questa campagna “di cui tutti parlano”.
Solo che Baravalle non c’è e Marchionne vuole vedere la campagna ORA!
Cosí, io, il mio capo ed un altro collega, prendiamo il cd e andiamo al Lingotto.

Entrare nell’ufficio di SM è uno shock.
Un impianto stereo della Madonna diffonde ovunque le note di Koln Concert di Keith Jarrett.
L’atmosfera è ovattata e fumosa.
SM, si presenta, spegne la musica e prende dalle mie mani il cd con la pubblicitá della 159 SW.
Ricordo perfettamente il rumore del cd che sparisce nell’apparato e l’istante che precede la proiezione, come se fosse ora.
Marchionne guarda il commercial nella sua versione di 45” e alla fine della visione… non dice niente.
Rimette il video dall’inizio, lo guarda fino alla fine e non dice niente.
Cosí la terza, la quarta, la quinta… etc
Io penso che è finita, dovró trovarmi un altro lavoro e sono fatalista e sereno, sapendo che da lí a poco mi dará un calcio in culo e mi licenzierá in tronco.
Dopo avere terminato la visione numero 17 si gira verso di noi e ci dice “questa è la piú bella pubblicitá del gruppo Fiat di sempre”.
Non un commento sul ciccione che si dondola su una gru, o sulla colonna sonora o l’utilizzo di Erasmo da Rotterdam o qualcosa che si puó cambiare.
Niente.
Massimo rispetto per il lavoro di tutti coloro che hanno preso parte al progetto.
Questo era Sergio Marchionne per me.
Un mostro, capace dei peggiori stalking professionali ed un uomo infinitamente elegante capace di riconoscere e premiare il talento nella maniera piú pura e cristallina.
Grazie a Dio oggi non sono io che devo dare un giudizio sulle testate di un giornale.
Io posso solo ascoltare Koln Concert e ricordare.
Riconoscente.

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