Tornare


Chissá... magari morire deve essere un po' cosí.
Rivedi i posti in cui sei stato, ma in maniera leggermente diversa: liberi del vissuto e della quotidianitá che ricopriva (come una patina) quei luoghi, dei pensieri, le preoccupazioni e il movimento incessante del tuo dialogo interno e ne percepisci la vera essenza in maniera pura e non mediata.

Sono tornato a Bologna dopo diversi anni.
Probabilmente per la prima volta da solo.
Ho passeggiato per le strade dentro le mura piene di luce e mattoni rosso scuro, tra i vicoli che nascondono angoli antichi, in un silenzio irreale, fuori e dentro di me.
Di ogni passo percepivo il rumore e la misura, gli uccelli nel cielo, finanche la densitá dell'aria.
Tutto sembrava fermo, senza scopo, puro appunto.
É una cittá meravigliosa che ho amato e amo ancora, ma è un po' cosí con tutta la mia vita.
Nel momento in cui ti separi da quello che ha rappresentato nel tempo, questi posti acquistano una dimensione differente, perchè tu sei differente e come un vecchio amore che rivedi dopo anni, ricordi limpidamente il sentimento che univa e mai le piccole differenze e ostacoli, che accumulate tutte insieme vi hanno portato a separarvi.
C'è una luce piú forte in fondo alle cose.
Una luce che non riusciamo a percepire (ovvietá!!) con gli occhi della ragione o con il susseguirsi delle forme della mente; ma è presente sempre e fanno del percorso che passiamo un paradiso che vale la pena di portare a termine.
La luce in fondo al tunnel siamo noi e questo mondo spettacolare, liberi dalla quotidianitá e da quel coacervo di egoismi ed obiettivi egoriferiti in ogni fottutissimo momento del giorno e della notte.
E deve essere di una bellezza indescrivibile ed abbagliante, proprio come Bologna nel primo pomeriggio di una domenica di sole, che ci torno da solo, a piedi e senza scopo.

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