Lo Stato in cui vivo



Il Paese in cui vivo mi ha aumentato le tasse del 7%.
Sono un po’ di soldi per chi come me, ha sempre vissuto on the border con la scopertura e pianifica la vita familiare in relazione a quello che introita.
Dovremo ripianificare alcune cose in famiglia, fare alcune scelte.
Niente di drammatico, ma scelte.
Il Paese in cui vivo peró è in crisi e deve mettere a posto le sue finanze.
Dovrei essere incazzato?
Nel paese in cui vivo io posso uscire mezzo sbronzo da un locale alle 4 del mattino e non dovere prendere l’auto, farmi ritirare la patente o schiantarmi contro un palo, perchè se alzo il braccio trovo immediatamente un taxi che mi riaccompagna a casa spendendo un terzo di quello che spenderei se vivessi a Roma o Milano.
Nel paese in cui vivo trovo una farmacia aperta ad ogni angolo della strada e se devo subire un’operazione non devo preoccuparmi di informarmi se chi regge il bisturi è lì perchè parente di qualcuno
Il Paese in cui vivo da 3 anni a questa parte, mi ha restituito, ogni anno il 15% delle tasse che avevo pagato; me le ha bonifícate sul conto corrente 15 giorni dopo avere fatto la dichiarazione dei redditi, perchè mi offre un appuntamento con un impiegato preposto a questo, che si incarica di farmi l’equivalente del 740 ed ha l’obbligo di consigliarmi tutte le possibilitá piú vantaggiose per pagare meno.
Nel paese in cui vivo un cittadino straniero è considerato una risorsa e per questo ha un’aliquota privilegiata, rispetto a quella standard, che comunque sarebbe piú bassa di quella italiana.
Il paese in cui vivo ha la necessitá di pagare il sussidio di disoccupazione a TUTTI i cittadini che hanno perso il lavoro, non solo a quelli sindacalizzati o facenti parte di qualche tipología contrattuale; anche per questo alza le tasse.
Nel paese in cui vivo sono libero di prendere un treno che in 2 ore e 40 mi porta a 600 km di distanza, o un altro che mi porti lontano 20 km, senza per questo essere obbligato a sentirmi un paria.
Nel paese in cui vivo ho la possibilitá di abitare nella Capitale e non dovere tenere un auto, perchè il sistema di trasporti, è rápido, economico e copre tutti i quartieri della cittá.
Nel paese in cui vivo se fossi omosessuale non sarei discriminato e potrei sposarmi, se fossi parte di una coppia di fatto potrei costruirmi una famiglia senza mettere a repentaglio i miei figli, se avessi problemi con il mio datore di lavoro potrei negoziare una lauta buonauscita piuttosto che iniziare una guerra nella quale soccomberei comunque.
In questo stesso paese il Gay Pride è la festa piú grande di tutta la cittá e di tutte le famiglie.
Nel paese in cui vivo le strade sono piene di una polizia ben equipaggiata, per niente sciatta e tantomeno invadente. E il fatto che sia così non è un problema.
Nel paese in cui vivo inoltre, i telegiornali iniziano quasi sempre con le cronache internazionali, danno molto spazio a quanto sucede in tutto il mondo e riportano fedelmente ogni lunedi i dati dei morti sulle strade del fine settimana, perchè nessuno si dimentichi delle stragi giornaliere e di quanto è facile crepare come cretini al volante di un’automobile o una moto.
Nel Paese in cui vivo nessun giornale irriderebbe un moribondo perchè ha un’idea differente di progresso o si sognerebbe di chiamare “culona” il capo di Governo di uno Stato europeo e nessun parlamentare si sognerebbe di tagliare in Parlamento un insaccato per celebrare la caduta di un governo a lui opposto.
Il Paese in cui vivo ha di sicuro tanti problemi, molte cose che proprio non vanno ed una marea di gente senza lavoro.
Ma è un paese civile.
Nel paese in cui vivo mi sento un cittadino europeo.
Il Paese in cui vivo si prende il mio aiuto.
Sembrerà strano da dirsi, incredibile a pensarsi ad altre latitudini, ma questo Paese puó permettersi di ridurmi la qualitá della vita senza perdere neanche un millesimo del mio rispetto.
Ad altre latitudini sarei considerato un pazzo.

Commenti

Anonimo ha detto…
Luoghi comuni scritti da chi, probabilmente, non ha mai vissuto a Milano o a Roma e a cui piace denigrare il luogo da cui è scappato solo per darsi il tono insopportabile del presunto cervello scappato dall'Italia.
Con affetto, uno che è scappato dall'Italia ma che Sto arrivando! Bene cosa ha perso e proprio per questo non lo denigra.
punturo ha detto…
Io non denigro nessuno anonimo.
Constato cose sulle quali tu non sei in grado di criticarmi puntualmente.
Dire che ho scritto luoghi comuni è un luogo comune in sè.
Ah... ho vissuto 5 anni a Milano e conosco Roma meglio delle mie tasche.
Se hai una critica puntuale falla, altrimenti... ti meriti la terra dei cachi

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