Armonia e ritmo
Non conosco molto bene le teorie comportamentali.
Non ho studiato psicologia, non sono uno scienziato, ne tantomeno sono a conoscenza dei rudimenti delle piú evolute teorie psicanalitiche o del comportamento.
Peró, guardando i miei figli e guardando a me stesso, la mia famiglia ed il complesso delle relazioni elementari che ho stabilito in questa vita, mi arrischio a dire che gran parte del genere umano possa dividersi in queste due categorie: armonia e ritmo.
Lo dico innanzitutto osservando i miei figli.
Immagino che possa esserci una teoria evolutiva e del comportamento che spieghi come ne verrá influenzato il carattere in relazione all'esperienza: ma, l'impressione che ho io è che loro sono stati così, netti e forti, sin dal primo vagito.
Il primo, strappato dalla madre, lavato e datomi in gestione, par l’ora piú lunga e memorabile della mia vita, il secondo nato da un parto privato con la madre, cui è rimasto poggiato per qualche secondo (tatto) e 3 giorni (gusto e odore).
Si potrebbe dire che il primo è introverso e il secondo estroverso.
Scherzando diciamo spesso che uno è siciliano e l’altro napoletano.
Ma così non è.
Introverso semmai potrá diventare l'uno se non lo aiutiamo a non combattere con il mondo, mentre estroverso potrebbe rappresentare, per l’altro, un sinonimo di superficialitá e forza che non gli si addice affatto.
In realtá ho come l’impressione che ognuno di noi nasca con una predisposizione, piú o meno forte, legata al modo di stare al mondo, e alla parte prevalente nel nostro DNA; ma allo stesso tempo in ognuno di noi ci sia nascosta una chiave, che è poi quella che ci consente di vivere in equilibrio il nostro percorso.
Puoi passare la vita a cercare quella chiave o a cercare di capire che tipo di strumento musicale tu sia.
Puoi ritornare alle origini, fare psicanalisi, rimuovere strati di conoscenza, detriti e nevrosi, ma in fin dei conti potresti non trovare mai risposta alla tua domanda ed avere sprecata la vita alla ricerca dell’oggetto di te.
Puoi passare la vita a cercare, o puoi cominciare a suonare.
Che la tua musica sia armonia, o che la tua musica sia ritmo, che la tua forma di comunicazione sia mediata o istintiva, a me pare di gran lunga piú importante suonare!
Nel mondo chi assiste allo spettacolo si congeda con rimpianto.
Non ho studiato psicologia, non sono uno scienziato, ne tantomeno sono a conoscenza dei rudimenti delle piú evolute teorie psicanalitiche o del comportamento.
Peró, guardando i miei figli e guardando a me stesso, la mia famiglia ed il complesso delle relazioni elementari che ho stabilito in questa vita, mi arrischio a dire che gran parte del genere umano possa dividersi in queste due categorie: armonia e ritmo.
Lo dico innanzitutto osservando i miei figli.
Immagino che possa esserci una teoria evolutiva e del comportamento che spieghi come ne verrá influenzato il carattere in relazione all'esperienza: ma, l'impressione che ho io è che loro sono stati così, netti e forti, sin dal primo vagito.
Il primo, strappato dalla madre, lavato e datomi in gestione, par l’ora piú lunga e memorabile della mia vita, il secondo nato da un parto privato con la madre, cui è rimasto poggiato per qualche secondo (tatto) e 3 giorni (gusto e odore).
Si potrebbe dire che il primo è introverso e il secondo estroverso.
Scherzando diciamo spesso che uno è siciliano e l’altro napoletano.
Ma così non è.
Introverso semmai potrá diventare l'uno se non lo aiutiamo a non combattere con il mondo, mentre estroverso potrebbe rappresentare, per l’altro, un sinonimo di superficialitá e forza che non gli si addice affatto.
In realtá ho come l’impressione che ognuno di noi nasca con una predisposizione, piú o meno forte, legata al modo di stare al mondo, e alla parte prevalente nel nostro DNA; ma allo stesso tempo in ognuno di noi ci sia nascosta una chiave, che è poi quella che ci consente di vivere in equilibrio il nostro percorso.
Puoi passare la vita a cercare quella chiave o a cercare di capire che tipo di strumento musicale tu sia.
Puoi ritornare alle origini, fare psicanalisi, rimuovere strati di conoscenza, detriti e nevrosi, ma in fin dei conti potresti non trovare mai risposta alla tua domanda ed avere sprecata la vita alla ricerca dell’oggetto di te.
Puoi passare la vita a cercare, o puoi cominciare a suonare.
Che la tua musica sia armonia, o che la tua musica sia ritmo, che la tua forma di comunicazione sia mediata o istintiva, a me pare di gran lunga piú importante suonare!
Nel mondo chi assiste allo spettacolo si congeda con rimpianto.
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