L'arte del Sogno



Se c’è una cosa che ho sempre odiato da giovane (e che mi infastidisce alquanto tutt’ora che tengo quasi 40 anni), era dover essere costretto spesso ad ascoltare le manfrine degli anziani che, “rimpiangendo i bei tempi andati” affermavano che il tempo gli era passato via dalle mani come sabbia.
Mi incazzavo proprio.
Che spreco, pensavo, per me che avevo mille progetti da coccolare, che vivevo a duemila all’ora, assaporando il gusto di ogni secondo con una consapevolezza ferma e una fiducia cieca nel mio futuro.
“Da adulti si rincoglionisce” pensavo, in relazione a queste ed altre cose.
Bene: non dò torto al me stesso di allora neanche adesso che sono adulto.
È vero, ci sono doveri, lavoro, responsabilitá e meccanismi sociali cui presiedere sempre, ma in piú hai una consapevolezza ed una sicurezza di te stesso impossibile da avere da adolescente o da bambino, quando ti pare di navigare in un mare di cui non conosci i codici, ballando come un naufrago su una zattera ubriaca.
Ma qualcosa voglio concedere a quegli anziani rompicoglioni, a mio nonno e a tutti coloro i quali si trovano in prossimitá dell’appuntamento inevitabile.
La vera cosa negativa del crescere è che ti si restringono le strade, i bivii, gli snodi, gli incroci della vita.
Non so come sarete voi tra qualche anno, ma se da me erediterete un po’ di quella costruttiva attitudine al Sogno che hanno caratterizzato la mia infanzia e la mia adolescenza, passerete le sere a farvi trasportare dall’immaginazione, dalla musica, dall’arte, cercando di costruire impalcature per N possibili futuri.
Tutti probabili, tutti possibili, tutti cantieri aperti.
La capacitá di Sognare ad occhi aperti, di immaginare, di creare, è, per me, un elemento vitale, come bere e mangiare; mi proietta in avanti, mi dá quel plus in grado di smuovere le montagne e mi lega con quel profondo sconosciuto, che è il vero me stesso.
Ma diventando “grandi” prendi decisioni e quelle decisioni, fossero anche, come sono state le mie, incentrate sui Sogni, delineano il tuo percorso e scavano fossati ai lati della strada.
Una volta intrapresa una strada, devi andare fino in fondo.
Pochi sono i bivi e meno le possibilitá di cambiare rotta.
Prendete me: la mia vita di adesso è la rappresentazione di uno di quei sogni.
Uno dei mille sogni che avevo l’ho realizzato al 100%.
Non fatemi entrare nei dettagli, ma la mia vita di adesso è davvero la realizzazione di multipli desideri, incarnati in una vita (o un periodo di vita).
Ma è uno solo e di questo fatichi a darti pace.
Sognavo di vivere a Madrid, morivo letteralmente dal desiderio di vivere a Madrid, ora vivo a Madrid e ci sto da Dio; peró non sono né a New York, né a Roma, ne a Parigi, nè in SudAmerica, nè in una delle altre 999 cittá di cui avrei voluto sfamarmi.
Lavoro in pubblicitá, sono un manager, ma non sono un imprenditore, non un diplomatico, nè un giornalista, nè tantomeno un politico.
E così via.
A questo sì che si fa fatica ad abituarsi.
L’unico modo per adattarsi è avere la possibilitá di potere costruire nuovi sogni; reinventarsi, provare a cercare altre strade, magari piú nascoste, ma che alla fine ti possano aprire ventagli di possibilitá altrettanto infiniti.
Sapere che non stai piú sul tronco, ma hai imboccato un ramo, dal quale magari puoi imboccare altri piú o meno piccoli rami
Anche perchè di imparare e di crescere non si finisce mai, così come di giocare.
E per incominciare a prendere la vita davvero sul serio c’è sempre tempo...

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