Sicilia



Faccio pace con questa gente, con questi colori, con questa luce, con questo mare.
Ho tante stanze chiuse, ma mi pare di non rimpiangere niente oramai.
I movimenti che fanno le colline tutt’attorno attorno al mio paese, così verdi e rigogliose, non li avevo visti mai con occhi come questi.
Mi stupisco di non stupirmi degli odori.
Affioro.
Si puó chiudere, con cura, la bottega di rivolta ed acconciarsi ad aprire, con altrettanto rispetto, la serranda ed il tempo del ritorno.
Come sempre è stato, come sempre sará.
Siamo risacca.

Accarezzo la testa di Marcello sonnecchiante, nel letto che mia madre ha arrangiato in una delle camere della mia vecchia casa nissena.
Lo curo con attenzione e nel suo cullarsi tra le mie coccole, leggo molto di piú di quello che noi adulti chiamiamo uniformemente relax (un’interruzione momentanea e fugace ad un flusso inevitabile e tendenzialmente apprensivo chiamato vita).
Il suo corpo si compenetra del nostro legame, vive amore e trasmette totalitá.
Non è felice, è pieno!
Di una pienezza inconcepibili, per chi ha accumulato sul suo corpo, strati su strati di grasso mentale ed ignoto, come gli adulti.
Mi rammarico, sulle prime, che abbia solo poco piú di due anni e non ricorderá mai, le sensazioni apparentemente così profonde che pare stia provando.
Ma mi rendo conto subito che ragiono come un adulto.
Vorrei che ricordasse le coccole del padre, ma in realtá sta facendo molto di piú: sta costruendo quella profonda base affettiva che lo accompagnerá per tutta la vita (padre o non padre); sta creando le fondamenta per quel sentimento di condivisione che cercherá di ricreare nelle fasi piú avanzate della propria esistenza.
Si sta formando l’anima.
Sta imparando e riconoscendo l’amore (dato e ricevuto).
Da adulti ci dimentichiamo di sensazioni come queste, ma sono alla base di quello che siamo, di quello che proviamo, di quello che cerchiamo.
(Amore e nulla piú).
Lontane e inaccessibili alla nostra razionalitá, se ti va bene, ne cogli soltanto il profumo, quando le cose paiono andare in una direzione che rasenta la gioia.
Posso anche evitare di firmare la sua felicitá, gli sto dando molto piú di un semplice ricordo.

Mi sono attardato sulle strade della mia terra, con un ritmo che non ricordavo mio.
La stagione forse aiuta, predispone all’ascolto piú che all’opinione.
Le domande sfumano, affiorano i legami, ancestrali, forti, come da una nebbia che si va dissipando lenta.
Cerco connessioni lontanissime e ricordi che non ho.
Sogno in passato remoto, anzichè in futuro anteriore.
Calpesto questa terra in levare.
Non giudico piú.
Respiro.

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