La sberla

Caro diario,
La guerra civile ieri ha toccato un altro triste apice.
Una persona, uno squilibrato dicono, ha gettato in piena faccia un oggetto contundente contro il Re, provocandogli la rottura di un paio di denti e del setto nasale.
Sul momento, a differenza di altri, sono rimasto dispiaciuto, perchè conscio della strumentalizzazione a cui si prestava tale gesto (cosa che puntualmente sta avvenendo) da parte della Curva Nord
Col senno di poi diversamente, invece di elaborare lucidamente l’accaduto mi sono esposto ad un altro pensiero, solo apparentemente irrazionale.
Un ricordo.
Ricordo mio padre, le sue lezioni, le sue spiegazioni, i valori che cercava di passare e l’etica dell’autocontrollo che cercava di impartire in noi bambini.
Spesso le lezioni non bastavano, l’autorevolezza puó smagliarsi dietro le insistenze dei capricci, gli urli diventare strepiti, ed i piedi elementi dissociati asincroni di una personalitá troppo volitiva per stare dentro ad un contesto sociale di normalitá.
In quei casi venivo raggiunto da una sberla.
Quella sberla mi riportava alla normalitá, mi dava la luciditá di comprendere che avevo oltrepassato il limite della decenza, il senso della misura, che stavo troppo preoccupandomi di me stesso, dimenticando il contesto attorno a me, che esisteva un etica del rispetto degli altri e del tempo che veniva sopra le mie piccole ed egoistiche esigenze.
Andando avanti con l’etá, ho sentito dire da alcuni che questo modo di crescere i bambini non sarebbe ortodosso, ma io ho sempre ringraziato mio padre per quegli sporadici (ad onor del vero) richiami alla realtá, mai interpretati come violenti, bensì, al limite, intensi.
Come ho scritto per quanto riguarda la scarpa lanciata contro Bush, questo atto rompe l’intoccabilitá dei politici, distrugge per un attimo il muro di gomma nel quale sono calati (solo apparentemente vicini alla gente), Deus ex machina fuori dallo spazio e dal tempo tangibile, li rende mortali, ma soprattutto hanno la possibilitá di riallineare, forse per pochi attimi, quegli insensati leader politici alla realtá delle cose vere.
Tangibili appunto!
Il fatto che il Monarca non comprenda il perchè di tanto odio approfondisce in me l’insano sentimento, per il quale chiunque fomenti odio, incendi egoismo e particolarismo, oltrepassi costantemente il limite imposto dalle regole, meriti una sberla.
L’atto violento non si giustifica mai e sono sicuro che, passati questi istanti, il Gran Camerlengo riprenderá a strepitare piú forte di prima, ma a me resta la fanciulla consapevolezza del patrimonio educativo di quello schiaffo, che teorizzare non si puó.
E forse non si deve.
Ecco diario,
mi ero ripromesso di non affrontare piú l’esegesi di tutta questa monnezza italica,
ma, debole, ricado in questa tentazione, esponendo oltretutto te ad un possibile oscuramento, in relazione a quella possibile censura e censimento, che pare il Mini stero degli In terni, sta facendo della rete in questa fase della guerra.
Sono tempi cupi.
Non perdo la speranza che si possa tornare a cifre piú normali.
Commenti