Se in direzione nazionale PD si parla di mia moglie



Ieri si è svolta la prima riunione della nuova direzione nazionale del PD.
Un organismo di piú di 100 membri che dovrebbe dirigere quello che è il principale Partito d’opposizione del Paese.
Un partito forse pieno di facce stanche e lontane, aduso attingere a grammatiche incomprensibili per articolare giustificazioni a volte ingiustificabili, spesso indulgente con dirigenti corrotti e quasi sempre sordo e incapace di ascoltare la societá civile.
Un partito fermo?
Questo partito peró da ieri, è anche un po’ il Partito di Simona, di Marcello e di Cristiano.
È il partito di Ivan che diventa vicepresidente, sale sul palco e parla di noi, della gente, della contemporaneitá e insieme di Benedetta Tobagi, l’ereditá degli anni 70 e Pietro Ichino.
È forse un partito a cui bisogna imparare a parlare, con pazienza estrema, come si fa con i nonni un po’ sordi, per non lasciarli soli, in preda al loro rincoglionimento, perchè da soli, rincoglionirebbero solo di piú.
Con pazienza e-stre-ma.

È questo il motivo per cui sto dentro a questo partito.
Perchè c’è gente come Ivan, come Marta, come Pippo, che provano a riversare la nostra vita (provano a riversare vita!) in quest’organismo, come goccia che scava la pietra, fecendone qualcosa di meno stanco, piú reale, piú allegro anche.
Se qualcuno ascolta e si fa portavoce delle cose di NOI, c’è ancora vita, c’è ancora speranza, c’è ancora un motivo per credere che magari non bisogna aspettare l’uomo nero per pronunciare la meravigliosa parola dalle 5 splendide lettere d’oro.

C
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