La lotta nel fango



Un giorno dimenticheremo tutto questo.
Un giorno anche noi avremo la nostra rivincita, il buonsenso avrá la sua vendetta e chissá, il paese nel quale sono nato, potrá liberarsi di tutte quelle forme tardo-preistoriche, che lo rendono oggi molto piú simile al Pianeta delle Scimmie che ad un moderno stato democratico dell’emisfero nord-occidentale.
La storia dell’uomo d’altronde è fatta di questa alternanza tra bellezza e devastazione, giustizia e anarchia, pace e guerra, sogno e reazione, Obama e Bush, e quello che stiamo passando non è altro che una quinta in piú di questo martoriata commedia dell’assurdo che chiameremo “Storia d’Italia recente”
Una guerra civile.
Come altro definire il degrado scandalistico e lascivo preso dalle nostre istituzioni in primis, che permea i gangli piú importanti della vita dello Stato (ed ora della sua principale confessione religiosa), se non una guerra civile?
Come definire diversamente una battaglia tutti contro tutti, dove ogni cosa è lecita, qualsiasi insulto e qualsiasi insulso è legittimato?
Visto da fuori quello che sta vivendo l’Italia mi pare un percorso apocalittico o tardo-medievale, dove la ragione e la politica, hanno delegato definitivamente alla esorbitanza sessuale dei protagonisti e invece che assistere alla gestione ragionata, mediata e meditata, della cosa pubblica ci è dato di osservare giorno dopo giorno nient'altro che un immenso baccanale orgiastico fatto di corruzione, prostituzione, pedofilia, pederastia, coprofagia, dipendenza e undinismo.
Io vado a troie, tu a bambini, il vescovo con i trans, l'assessore con le pecore.
Non ho niente contro l’ostentata esposizione delle proprie manie sessuali, ma aborro l’ipocrisia del potere e l’incapacitá del popolo bue di discernere che chi non è in grado di dominare neanche piú il proprio ancestrale cazzo, sia da meno in grado di assumere la guida financo della propria automobile.
Ma il popolo è bue e gode nell’assistere a questo spettacolo di degrado totale.
Accende la TV e invece di vedere una fiction, si predispone a guardare questa soap opera di quarta serie, il cui soggetto ha contribuito a stendere, incapace di vedere al di lá del proprio naso, al di fuori di spazio e tempo.
Il chiavistello gira una mandata, poi l’altra, la birra il frigo, la porta di casa si chiude alle spalle.
L’italiano si dá una grattatina ai madidi coglioni e berciando greve, misura ruttando la portata del proprio schifo.
Che la guerra continui...
Un giorno, forse, si vergogneranno di loro stessi.
Per un minuto forse...
Non di piú.

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