Una cosa di sinistra...


Avevo inziato questa esperienza affermando che la politica è una scatola che si riempie dei contenuti, delle idee, delle personalitá di ognuno di noi e che volevo mettere il naso dentro questa scatola per vedere come era fatta.
Bene.
Ho messo il naso dentro il PD e ho scoperto tanta, tantissima gente in gamba, vera, impegnata, seria, animata da grandi ideali e anche alcuni marpioni, un po’ piú mossi da ansie di protagonismo e arrivismo... questo è normale.
Adesso tiro un attimo in su la faccia, riprendo fiato e mi guardo attorno.
Nella scatola tutti si muovono nervosamente come in un formicaio in vista del Congresso (pardon della Convention) e mi viene il mal di testa.
Le battaglie sugli ideali e le idee che parevano lineari e lucide fino a ieri, adesso si muovono su campi sovrapposti e scenari meno lineari.
Isterismi, personalismi, dilettantismo e velleitarismo, hanno preso il sopravvento, in questi giorni sulla battaglia per le idee.
Debora si è svenduta probabilmente in fretta, i Piombini si spaccheranno in 3 o addirittura 4 tronconi, all’interno dello stesso schieramento ci si scontra per questioni regionalistiche e procedurali e comincerá a breve una battaglia asperrima tra i contendenti.
Questo a me appare poco interessante e noioso.
Quello che a me interessa è sapere quale PD potró consegnare a mio figlio, ovvero quale candidato possa essere in grado di incarnare una visione vincente di medio/lungo periodo (nel breve non esiste alcuna possibilitá, siamo seri...).
Per questo motivo ho deciso di prendere la tessera del PD.
Ho deciso di prendere la tessera perchè, indipendentemente dai limiti che questa candidatura puó avere, ho deciso che vorrei “le idee di Ignazio Marino” come segretario.
E lo sostengo ovviamente non perchè mi stia “simpatico”, ma perchè, nelle prime interviste è l’unico a cui ho sentito porre al centro le questioni dell’ identitá, del merito e della laicitá, ovvero tre dei 4 temi che a me stanno piú a cuore (il quarto è il profilo “liberal” e non socialdemocratico della proposta economica del partito).
Bersani vuole rifare l’Unione o il Partito Comunista a seconda dei punti di vista e Franceschini ha con se la Binetti e Cofferati, obiettivamente troppo per proporsi come un elemento di rottura.
Se invece Marino riuscirá, come sembra, a proporre una piattaforma seria e coerente, almeno tutti sapremo che minchia è sto PD e se è il caso o no di votarlo.
Coraggio e chiarezza.
Qualcuno dice che la laicitá non è prioritaria, altri che non si costruisce l’alternativa con la sola laicitá.
Si, ma intanto è un messaggio, uno solo, forte e chiaro!
Poi dietro, se si vorrá, c’è la competenza e l’afflato ideale di altri personaggi, di cui il piú noto è Pippo Civati, che hanno una visione non corrotta e prospettica di questo partito.
Mi impegneró dunque da militante perchè come scrive il mio amico Ivan: “Per qualche motivo in Italia una delle cose delle quali si va più orgogliosi è quella poter dire che non si è mai avuta la tessera di un partito. Ecco, in questo caso io credo che si possa essere orgogliosi di averla, la tessera del Pd: perché è una tessera che si prende per dare, non per ricevere. Questa volta si può prendere la tessera di un partito per dare un contributo tangibile alla crescita del nostro Paese; per sostenerne lo sviluppo, la legalità, la modernità, l’apertura, l’ambiente, il patrimonio di cultura e di civiltà”

Proviamoci...

Commenti

Paolo Donati ha detto…
Ciao Alessandro. Aiutami a capire: " identitá, del merito e della laicitá, ovvero tre dei 4 temi che a me stanno piú a cuore (il quarto è il profilo “liberal” e non socialdemocratico della proposta economica del partito)". Questi sono i 4 temi che a te stanno a cuore… Ma in che modo questi temi ti tengono legato, o vicino o prossimo, ad un partito di sinistra… Cosa c'è di sinistra in un partito i cui temi sono questi… non trovi potrebbero essere esattamente i temi di un partito che di sinistra non è? O non t'importa che sia un partito di sinistra o di destra? Io penso non sia la stessa cosa sentirsi di sinistra o sentirsi di destra… aiutami a capire e, un abbraccio.
punturo ha detto…
Caro Paolo, inviti la lepre a correre, ti rispondo con molto piacere, nei limiti di spazio che questo mezzo consente.
Lascio il discorso dell’identitá per ultimo.
Partiamo dal merito: caste, baronie, potentati, corporazioni.
Elementi da abbattere per liberare le forze propulsive di questo paese.
In questo paese, a differenza di quello che si fa nelle aziende che si affermano nel mercato, non si investe in ricerca e sviluppo.
Le menti migliori emigrano all’estero, quelle che restano sono costrette a lavorare a vita nei sottoscala delle Universitá per 750 euro al mese, indipendentemente che siano dei geni con pubblicazioni alle spalle o dei perfetti idioti.
Basta vedere i rappresentanti della nostra classe politica per rendersi conto di come, i percorsi di carriera sotto lo Stato siano appannaggio di elite che si autoriproducono.
Merito significa modernitá: la Francia è moderna, la Svezia è moderna, gli USA sono moderni. L’Italia è vecchia!

La laicitá è un argomento di destra?
Ne sarei felice, ma come riportato da quanto scritto qualche topic piú sotto, c’è uno iato enorme tra quanto sostenuto da alcuni esponenti del centrodestra (Fini) e quanto il PDL fa.
Nella mia testa rimbomba il “l’avete assassinata” di Quagliariello rivolto a Beppino Englaro.
E poi i temi delle minoranze etniche, i PACS, l’adozione per le coppie omosessuali, la bioetica, la ricerca delle staminali, i diritti dei migranti, non è Sinistra questo?
La laicitá è il centro di tutto, perchè fintantochè l’Italia resterá ostaggio del Vaticano, non sará un paese ne moderno, ne democratico.

Il profilo liberal: dal mio punto di vista il sistema economico socialdemocratico ha fallito, come anche dimostrato dalle ultime elezioni europee e dalle diverse scelte fatte dai sindacati tedeschi della Opel e da quelli Americani della Chrysler.
Ci si deve lasciare alle spalle l’esperienza del socialismo europeo ed aprirsi ad una cultura di una sinistra attenta ai bisogni delle fasce piú deboli, ma che domini appieno titolo le leggi del mercato.
Che sappia dialogare con Marchionne piú che con Conferrati.
Occhio, ho detto liberal e non liberista; la differenza è profonda.
Liberal significa per me gestire l’economia in maniera virtuosa, permettendo alle forze che fanno sana l’economia di una nazione di espletare le proprie potenzialitá.
Significa processi civili e certezza della pena per attrarre capitali, ma significa anche condivisione del rischio tra impresa, sindacati e operai; significa accettare il sistema capitalistico ed orientarlo acchè possa rendere benestanti fasce sempre piú ampie di popolazione.
Significa in definitiva attenzione al prossimo, regolamentando (il meno possibile) ed accettando le leggi di mercato.
Questo almeno per me che non sono un’economista.
E’ di destra invece un capitalismo selvaggio e senza regole, dove la forbice tra chi è ricco e chi è povero si allarga sempre di piú.

Ed infine l’identitá?
Che cos’è il PD? Fino ad ora è rimasto un mistero.
Il PD, per me, dovrebbe andare oltre le categorie di cattolici e atei, per disegnare una nuova concezione di Stato che sia solidale, multiculturale, aperto e includente.
Per dirlo con parole non mie, un paese “dove si rispettino le leggi e si attui la Costituzione. Che prenda decisioni sempre tenendo di conto il futuro. Che pianifichi invece di limitarsi a reagire alle emergenze. Che si preoccupi di proteggere i più deboli e di dare opportunità ai meritevoli. Che non si livelli verso il basso. Libero dal cancro mafioso, integrato in Europa, dove sia desiderabile vivere e perseguire il proprio progetto individuale di vita. Un posto anche più felice, se posso dire così”.

Questo è il PD che sogno io.
È destra? È sinistra. Francamente poco mi importa...
Io ho sempre pensato che una sinistra contemporanea debba essere questo.

Spero di avere fugato le tue perplessitá. In caso contrario ti ascolto.
Ciao
Paolo Donati ha detto…
Sì Ale, hai spiegato molto bene e sono, naturalmente, del tutto d'accordo con te. Io però sento il bisogno di qualcosa di più. Mi spiego: la tua spiegazione è perfetta calata nel contesto italiano, rispetto a sinistra e destra italiane… Però Liberismo (anche se non fondamentalista), merito, laicità e identità sono, se esci dai limiti italiani, tranquillamente dei temi di destra almeno quanto possano esserlo di sinistra. Io ho bisogno di qualcosa di più… Ricordi cosa diceva Bobbio? La differenza fondamentale tra destra e sinistra è la posizione relativa che viene affidata ai valori di eguaglianza e libertà… Io vorrei potermi emozionare per una visione alta con alla base due, tre cose fondamentali: primato e qualità dell'istruzione e della sanità pubbliche, redistribuzione meno iniqua, tolleranza e solidarietà…
punturo ha detto…
merito non significa qualitá dell'istruzione pubblica? Tolleranza e solidarietá non significano diritti civili nei confronti di chi è diverso per razza, religione o orientamenti sessuali? Liberalismo (occhio Paolo, liberalismo, non liberismo come hai scritto tu...) non è un altro modo per dire redistribuzione in relazione al merito?
È questo quello che spesso divide chi sta da questa parte; il pensare secondo schemi e ideologie preconfezionate per un altro periodo storico.

Io non credo che quello che ho scritto possa essere di destra in alcun paese del mondo. Forse è solo una maniera piú "contemporanea" di vedere dei valori che si sono impolverati col tempo, per il troppo desiderio di restare sempre uguali a se stessi.
Paolo Donati ha detto…
Intanto grazie per questa chiacchierata.Per me preziosa. Probabilmente hai ragione, faccio una gran fatica a riconoscere e staccarmi di dosso "prevenzioni" e convincimenti ideologici. Non penso assolutamente che quello che dici tu sia di destra, figuriamoci. Riconosco in quello che ho scritto due significati fondamentali: il primo è che adorerei avere degli antagonisti politici "stimabili" (da qui le mie allusioni ad una destra rispettabile). Il secondo è che forse non condivido del tutto il moderno "rifiuto" di ideologie… Solo per cercare di spiegarmi al meglio: il "merito" non è un valore assoluto, ha bisogno di essere definito, rispetto al sistema formativo, rispetto ai criteri che lo compongono… rispetto alle aspettative…
L'eguaglianza, sempre solo per fare un esempio, invece mi pare essere un valore assoluto… Credo nel merito, credo ancor di più nell'eguaglianza di tutti gli uomini… Beh! Ale ti ringrazio ancora perchè mi sta risultando utile e piacevole questa conversazione.
punturo ha detto…
Personalmente non mi appassiona il tema dell'uguaglianza, lo considero piú un tema antropologico che non politico.
Quello che mi appassiona è l'uguaglianza dell'accesso all'istruzione, l'uguaglianza del servizio sanitario... etc
Tutti devono essere messi nelle condizioni di dare il meglio di se.
Il resto lo stabilisce il mercato, il culo, la vita...
:))
punturo ha detto…
PS: Un abbraccio Paolo, anche a me fa piacere confrontarci insieme su questi temi... :))
tominasemprebella ha detto…
Ale!
Hai fatto sicuramente cose più intelligenti nella tua vita.
Sembra che dalle viscere sei passato ai vermi.
Riprendi in mano il tuo cervello!
Tanti baci.
Ste
punturo ha detto…
Cara Tomina,
A mia memoria è la prima volta che sono in disaccordo con te.
Per ricevere la tua approvazione avrei forse dovuto essere comunista?

Detta così come l'hai detta tu sembra una boutade.
O spieghi, oppure non capisco
Anonimo ha detto…
Sono finito qua per puro caso, come spesso capita a chi naviga in rete. Commento perché vorrei capire meglio quali sarebbero queste mirabili differenze tra un sistema socioeconomico socialdemocratico ed uno, invece, liberalsociale (visto che precisi che sei un liberal di sinistra e non un liberista di destra)? Sai, perché è un po' che ci provo a capire meglio e sinceramente non ci trovo nessuna differenza, davvero nessuna.

Però capisco che tu abbia una visione distorta della realtà, anzi approssimativa, dal momento che dici di non essere un economista.

Buona giornata
Un appassionato di economia

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