Il sonno di un padre
Il sonno di un padre o di una madre, non ha niente a che vedere con il sonno degli altri.
E’ un sonno mordicchiato, strappato, lacerato alle profonditá di se stessi, irrangiungibili ormai, se non, appunto, in sogno.
E’ un sonno senza pace, sempre assetato, indipendentemente da quanti giri circolari, la lancetta sia in grado di compiere prima del prossimo strillo.
Potrebbe dormire giorni, un padre, una madre ed avere ancora sonno.
Sonno di sè.
Il tempo rubato ai figli, per un padre o una madre, è un barlume in un pozzo, che desta curiositá, rinnovato stupore, tepore, coscienza, speranza, fame.
E’ tempo monco, privo di programmazione postuma.
Si mangia tutto in un batter d’ali e quello che sei, sei, e ti tocca di fermarti lì, a quella pagina.
Rileggere o abbandonare.
Gli anni vissuti senza figli, sono peró scivoli verso una fine sterile.
Anni atei, asciugati.
Un cinquantenne che non ha vissuto la paternitá per scelta è omicida volontario della sua carne e del suo sangue.
Materia secca, annoiata, monotóna.
I figli a me paiono soprattutto una griglia ardente di felicitá e apprensioni, al cui tepore le nostre carni, sudano, frizzando d’anima il fuoco svelto della vita.
Conditio sine qua non.
Veritá senza tema di smentite.
Questa notte abbiamo dormito tutti insieme.
Mi sono addormentato ebbro del fiato di uno dei miei figli!
E’ un sonno mordicchiato, strappato, lacerato alle profonditá di se stessi, irrangiungibili ormai, se non, appunto, in sogno.
E’ un sonno senza pace, sempre assetato, indipendentemente da quanti giri circolari, la lancetta sia in grado di compiere prima del prossimo strillo.
Potrebbe dormire giorni, un padre, una madre ed avere ancora sonno.
Sonno di sè.
Il tempo rubato ai figli, per un padre o una madre, è un barlume in un pozzo, che desta curiositá, rinnovato stupore, tepore, coscienza, speranza, fame.
E’ tempo monco, privo di programmazione postuma.
Si mangia tutto in un batter d’ali e quello che sei, sei, e ti tocca di fermarti lì, a quella pagina.
Rileggere o abbandonare.
Gli anni vissuti senza figli, sono peró scivoli verso una fine sterile.
Anni atei, asciugati.
Un cinquantenne che non ha vissuto la paternitá per scelta è omicida volontario della sua carne e del suo sangue.
Materia secca, annoiata, monotóna.
I figli a me paiono soprattutto una griglia ardente di felicitá e apprensioni, al cui tepore le nostre carni, sudano, frizzando d’anima il fuoco svelto della vita.
Conditio sine qua non.
Veritá senza tema di smentite.
Questa notte abbiamo dormito tutti insieme.
Mi sono addormentato ebbro del fiato di uno dei miei figli!
Commenti
stanotte andrea si è svegliato alle 3 meno un quarto e si era addormentato alle 9 e mezza. un miracolo. ero commossa. tanto che ho svegliato gp per dirgli: amu guarda che ore sono!
si il sonno perso, regalato e spezzettato, a volte rotto da un pianto incomprensibile ma spesso illuminato da quei sorrisi che sono tutte novità.
noi finiamo la notte insieme. aspettiamo l'alba in tre, il piccolo in mezzo, io scoperta e scomoda, ma è bellissimo!