Hope

C’è qualcosa che è passato inosservato nella prima conferenza stampa di Barack Obama da presidente designato.
Qualcosa che non è stato sviscerato dalla stampa, ma che a me pare molto importante.
Per lo meno per me solo.
Nel rispondere ad una delle domande riguardanti la difficoltá dei compiti che lo aspettano, Obama ha buttato lì una frase del tipo: “... tra l’altro spero che la elezione di questo Presidente possa apportare un po’ di fiducia nei mercati, in America e nel mondo...”.
Ha sorriso mezzo secondo, come chi abbia detto una marachellata ed è poi tornato serio ad affrontare tutti i temi che gli venivano sottoposti.
Magari mi sbaglio, ma c’è in questo incipit una malcelata speranza.
La consapevolezza di avere i piedi nelle sabbie mobili e di avere davanti a noi un anno di discesa verticale è quasi un punto di non ritorno.
E invece Obama, con tutto l’entusiasmo che ha smosso, spera che questo patrimonio di speranza (HOPE), non vada perso, ma possa dar man forte all’America, in un momento in cui c’è parecchia gente che sta aspettando soltanto di saltare giú dallo sgabello e lasciare penzolare il proprio corpo dal soffitto.
Non abbiamo piú niente da perdere.
Io, personalmente ho provato una consapevolezza tutta personale.
Ho preso coscienza della negativitá in cui sono avvolto da tempo immemore.
Berlusconi, bush, l’ambiente, le guerre... tutti noi stiamo sprofondando dall’inizio del nuovo millennio, molto lentamente, verso il basso e non vediamo futuro per questo martoriato pianeta.
Una volta dicevo di me che ero un’ottimista.
Da quanto tempo ho smesso di esserlo?
Non ricordo piú.
Eppure lo sono ancora, dentro, lontano.
Ma sembrerá strano, infantile, naif, il pensiero di Obama mi ha ringalluzito e (soprattutto) reso consapevole del punto basso del pozzo nel quale sono affondato.
E’ vero, per vedere un futuro di pace e prosperitá bisogna essere totalmente scemi, ma questa voglia di lottare contro tutto, contro ogni evidenza, in maniera solare e semplice, è quello che distingue una vita triste da una vita piena.
Mi sembra ieri che lo ero anch’io.
Stupido e sognatore.
E allora perchè non tornare a credere nel futuro.
Incredibile eh?!
Fosse solo un impeto egoistico, come non cercare di abbracciare tutte le istanze portate avanti dalla gente che riempiva le piazze del Presidente nero?
Io non so quanti di voi lo hanno fatto; mi sono sentito fesso e deficiente, ma diverse volte, nelle 24 ore di incoronazione di Obama, mi si è rigato il volto di commozione.
E non piangevo per lui.
Piangevo per me, per il significato della parola “hope”.
Sabato è uscito il sole.
Siamo andati per Madrid leggeri e di prima mattina, col freddo sulle guance e l’allegria nel cuore.
Ieri poi sono andato per la prima volta nella palestra che c’è sotto casa e ho messo in circolazione il sangue.
Al pomeriggio Milito ha segnato 3 gol e ho vinto la prima partita.
Io VOGLIO vedere questo raggio di sole, e non ho nessunissima intenzione di chiedermi se sia realtá o finzione, se finirá in niente, verrá ammazzato o diventerá come gli altri.
Oggi voglio sognare, che mi si lasci sperare ancora...
Non posso tradire la mia vita.
Commenti
e ti dico pure guardati questa intervista di soru alle invasioni barbariche
http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=invasioni
e magari potrai pensare come ho fatto io che forse anche in italia potrebbe esserci un pò di speranza..
La forza della semplicitá.
Chissá che non ci siano attorno a noi (a voi + che altro), persone di questo spessore, per sperare quanto meno...
Io ho giá mollato tutto, ma non si puó restare così per troppo...
http://fr.youtube.com/watch?v=RsWpvkLCvu4
Ciao Dona