Barack e burattini

Le fesserie di Berlusconi su Obama hanno fatto passare quasi inosservata la sostanza della sua visita all'amico Putin: il cordiale consenso del capo del governo italiano per l'attacco russo in Georgia. Una posizione che si direbbe senz'altro antiamericana, e che scatenerebbe piú di qualche polemica tra gli alleati, se solo qualcuno la prendesse sul serio.
Ma a Washington, evidentemente, sanno benissimo che se Berlusconi, anzichè con Putin, fosse stato con Bush, avrebbe dato ragione a lui sulla Georgia, come su tutto il resto: perchè tra le chiacchere da viaggio del nostro premier e la politica estera non c'è alcun rapporto.
Un anziano signore che gira il mondo, ormai da anni, dichiarandosi amico di tutti e d'accordo con tutti, raccontando le barzellette giá scartate da Gino Bramieri, fornendo alle agenzie di stampa solo qualche scampolo di folklore, non è considerato in grado di dire alcunchè di notevole o di grave. Solo per noi italiani (e neanche tutti), solo nella piccolissima porzione di pianeta che abitiamo, Berlusconi è un problema serio, e spesso una presenza umiliante. Per bil resto del mondo è solo un piccolo italiano leggero che consolida tutti i luoghi comuni sulla leggerezza degli italiani. Uno che è contento se attorno a sè vede ridere, e non si rende conto che è di lui che stanno ridendo. Né lo stuolo di maggiordomi che lo circonda, benché lautamente pagati, ha il coraggio di dirglielo.
Michele Serra, L'amaca, La Repubblica di oggi.
Solo un premier digiuno di cultura politica e di sensibilitá istituzionale come il nostro, il giorno dopo il clamoroso infortunio, puó pensare non solo di non chiedere scusa al popolo americano, ma addirittura di mandare a quel paese un giornalista dell'agenzia Bloomberg, di dare dei "coglioni" ai leader dell'opposizione e di liquidare come "imbecilli" tutti quelli che lo criticano per ció che ha detto.
Massimo Giannini, La Repubblica di oggi
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dariedda, casa sua, 9 novembre 2008.