Il sogno che non c'è

Birra calda e donne fredde, proprio non mi va/ In tutte le bettole che ho girato stasera/ È andata così /Tutti quegli sconosciuti a punto doppio /Con gin e vermouth e storie riciclate /Sugli sgabelli in finta pelle
/Con le bionde platino /E le brune tabacco /Berrò per dimenticarti /Accendo un'altra sigaretta alla menta /E la banda suona qualcosa /Di Tammy Wynette /Offro io stasera
Tutti i miei discorsi /Parlano di te, bella /Annoio un marinaio e cerco di dimenticarti /Voglio solo che lui mi ascolti /È quello che dovete fare tutti /Diceva che senza di te per me è meglio /Finché gli ho mostrato il mio tatuaggio
Ora la luna viene su /Non ho tempo da perdere /È ora di darci dentro a bere /Dico alla banda di suonare dei blues /Offro io, pago un altro giro /Nel bar dell'ultimo tentativo di mollarti /
Birra calda e donne fredde, proprio non mi va/ In tutte le bettole che ho girato stasera /È andata così /Tutti quegli sconosciuti a punto doppio /Con gin e vermouth e storie riciclate
Sugli sgabelli in finta pelle /Con le bionde platino /E le brune tabacco /Berrò per dimenticarti /Accendo un'altra sigaretta alla menta/ E la banda suona qualcosa /Di Jonnie Barnette /Offro io stasera
Tra tutte le cose che ho tradito in vita mia, l’America sta nella top ten.
Mi aveste conosciuto da piccolo... ero un fanatico di football americano, chewingam del ponte, campus americani e vita newyorkese.
In camera mia campeggiava un poster dello skyline della grande mela (torri gemelle annesse) e nei miei sogni la speranza di poter fare quel gemellaggio a Rochester, Buffalo, Stato di NY che sfumó per niente...
Non so se ci pensate mai a come siamo stati cresciuti, per lo meno noi della generazione dei 70.
Tutti quei telefilm e film americani senza spiegazioni.
L’America era molto piú di una madre, era Dio; un Dio nella concezione panteistica e orientale del termine.
L’America permeava tutto.
Il mondo e me stesso.
Me che vedevo Henry Kissinger come un attempato buontempone, amico dell’avvocato Agnelli e non l’assassino di Salvador Allende e dei sogni di diversi milioni di uomini.
L’America erano i miei di sogni dai 5 ai 18 anni.
Oggi invece, riempio di pagine di convinti e profondi sentimenti antiamericani blog e forum di amici, in base soprattutto alla convinzione che la teoria della prevaricazione e dell’arrivismo sociale, bellico e materiale, sia il collante principale del loro sentimento nazionale.
C’è solo un sentimento invece che nel corso del tempo, non è scemato, ma al contrario si è alimentato della mia stessa maturitá: ed è la curiositá, l’amore e l’approfondimento per la smisurata musica di Tom Waits.
Tom Waits, non canta, Tom Waits racconta.
Musica la vita e la sua essenza piú profonda, con la poesia e lo stile di uno sceneggiatore.
Non scrive pezzi, fa cinema.
E’ capace di raccontare la disperata vita americana, con una tale profonditá, disprezzo e cinismo, che solo in Bukosky potrete ritrovare.
Lui che anche fisicamente e nella sua vita, rappresenta in prima persona la storia di ció che musica, ha cambiato la musica.
Musica che si nutre di influenze folk e country della piú profonda tradizione americana, mescolate con melodiche blues, rock and roll e soul per niente scontate.
Tom Waits è un distillato dell’America e della sua storia recente.
Originale, innovativa, calda, la musica di Tom Waits ha nelle sue corde quanto di piú magico si possa ritrovare in uno spartito musicale.
Ieri Simona mi diceva che i pezzi melodici di Tom Waits paiono delle ninne nanne e in questo c’è giá molto della leggerezza che riesce a trasmettere, anche quando parla di disperazione, morte o solitudine.
Broken Bycicle ad esempio: è la vita stessa, senza bisogno di aggiungere niente altro.
Se invece avete dimenticato che cos’è l’amore per una donna, ascoltate “Invitation to the blues”
E vi ritroverete.
Circa 15 anni fa venne a Firenze, dove anch’io vivevo.
Teatro Verdi.
Un concerto che ancora fa storia, con Benigni e Capossela tra il pubblico, a prendere appunti, a imparare l’America.
Non avevo quelle 70/80 mila lire che il concerto poteva costare, ne tantomeno un abito elegante e scarpe lucidate; ma ancora me ne pento.
Ora è tornato in Europa.
Sabato sará a San Sebastian.
Ci saremo anche io e Simona.
Ne sono profondamente commosso, emozionato e felice.
Spero di avere il silenzio attorno e dentro me, per poter contemplare quest’opera, con il giusto livello di ebbrezza che momenti come questo richiedono.
A volte la vita mantiene.
Ascoltate Tom Waits, ve ne prego.
Sará un pozzo di ispirazione continuo.
Ascoltate “Warm beer cold Women”, “Invitation to the blues”, “Alice”, “ Broken Bycicle” e tutto quanto il resto.
Partite dalle cose piú facili, poi scolatevi un bourbon ed ascoltate quelle piú deliranti.
Non vi deluderá.
Non mi deludere Sabato, caro Tom, sono 15 anni che aspetto.
Metteró le scarpe buone...
Lei sta appoggiata alla cassa/Con spatola e grembiule /Le consegne di ieri /E i biglietti per il ballo /È un tumiturbi ambulante/Dalla testa ai piedi /Ma in fondo è solo un invito al blues
A te sembra di essere Cagney/E lei è come Rita Hayworth/Alla cassa del Schwad's /Ti chiedi se non ha nessuno /E una solitaria, non le va di farsi notare /Ci vogliono pazienza e più indizi
Ti chiede commèchelevuoi /Ben cotte o strapazzate /Comunque sia l'unica via /È stare attenti a non puntare /Su un tipo con la valigia /E un biglietto per partire /È una stanca stazione di bus
E un paio di scarpe vecchie /Nient'altro che /Un invito al blues
Ma non riesci a non guardarla /Prendi un altra tazza di caffè /Ed è proprio il modo in cui lo versa /Mentre scherza con i clienti /E per gentilezza mister Percy /Non abbiamo più nulla giù nel Jersey /Solo il macinino rotto di qualcuno /Che ho perso /E un sogno che inseguivo /E una bottiglia di liquore /E un chiaro invito al blues
E lei aveva chi la manteneva /E una Cadillac verde mela /Un conto in banca e tutto il resto/ E l'abitudine alla bella vita /Lui forse la lasciò per una di classe /Non l'amava se non la notte /Poi beveva e non riusciva /A dirle quanto ci teneva /Così vennero a portarle via tutto /Le chiavi della macchina e le scarpe /E le lasciarono solo un invito al blues
Un Continental Trailways è in partenza /Cari bus tanti saluti per stanotte /Puoi prenderti il mio posto
Mi sa che mi fermo qua per un po' /Prendo una stanza allo Squire /Cercano gente per la stazione di servizio /Posso cenare qui tutte le sere /Non ho proprio niente da perdere /Ho una pazza sensazione /Rimanere o partire, devo scegliere... e allora accetterò il tuo invito al blues
Commenti
mi hai quasi convinto,ho chiesto al mulo di "portarmelo".
io però non ho e non ho mai avuto nessun amore per gli americani,e nemmeno per gli inglesi,magari un pochino per la birra irlandese :),è una lingua che non capisco,e che adesso mi stanno obbligando a studiare,capisci, o rinuncio ad un titolo di studio o imparo quella maledetta lingua.
devo dire che radio cinema e TV e non espressamente in questo ordine ci propinano musica,e alcune devo dire che malgrado il mio astio,a volte allungo l'orecchio per ascoltare,perche la melodia il ritmo mi piacciono,mi prendono dentro,però poi penso anche che Vinicio,Pino Daniele e pochi altri mi prendono allo stesso modo.
Mi ascolterò, Invitation to the blues spero di non restarne deluso.
besos
invece l'immaginario americano che racconti me lo ricordo in pieno, la gomma del ponte e detroit dove volevo andare perchè madonna era nata lì, o c'era passata. mò non mi ricordo. E la factory e tutte le cose. Adesso mi è tornata la voglia d'america, inaspettatamente. Ho voglia di america di nuovo: di fare un viaggio on the road da una costa all'altra, di girellare per NY.
NewYork...è diventata una delle mete in un ideale espatrio.
mha!
certo manco dovrei dirlo che ripugno bush e compagnia cantante, ma sai in un blog è sempre meglio precisare!
Papi, Vinicio deve quasi tutto a Tom Waits, lo scoprirai.
Fammi sapere.
per prima cosa mi è venuto in mente
Louis Armstrong,non chiedermi perchè,poi mi sono detto con quesa voce deve essere un nero,poi la sorpresa
tom waits
http://noolmusic.com/blogs/YouTube_Music_Videos_60s_70s_-_Tom_Waits_-_Invitation_To_The_Blues_Eggs_-_Sausage.shtml
oggi, non vi nascondo che negli ultimi 50 metri prima di andare a ritirare i biglietti, mi tremavano le gambe.
non voglio immaginare stasera...
Tom, non vedo l'ora...
Tom, non vedo l'ora...
No, non voglio sapere la risposta.
ma era ieri il concerto?
Come è andato?
Faccio parte di quelle persone che mai sborserebbero così tanto per Tom Waits, per via di principio e neanche me lo potrei permettere, ma sono curiosa come una merda ad immaginarmi come possa essere stato.
Mi prende male solo il pensiero.
c'è tanto da dire...
due date su tre.
(Che poi il fatto che tu resti anonimo equivale a dire che qualcuno ha visto quei concerti...) ma va bene uguale, grazie.
Mi è pure venuta nostalgia della Firenze di 15 anni fa, che facevo fatica ad amare...