Alla rotonda prendere la seconda uscita




Fanno ormai quasi sei mesi che siamo a Madrid.
Dopodomani rientreremo in Italia, destinazione Sardegna, direzione Bettolandia, chiudo il cervello per ferie e apro la panza per non meno di 15 giorni.
Chiudo un anno un bel po’ incasinato e mi chiedo, ma dov’è che sono finito?

Gli spagnoli in generale (perchè non esistono gli spagnoli in particolare, bensí i galiziani, i castigliani, gli andalusi, i catalani etc...) sono soliti dire che la cittá ideale dovrebbe avere le vie e il mare di Barcelona con la gente di Madrid.
Ecco.
Sará, ma io, forse a causa di Marcello piccolo, forse perchè siamo arrivati a febbraio, forse perchè non ho avuto fortuna, questi madrileni qui, che meritano di essere vissuti, mica li ho conosciuti...
Per caritá tranquillamente, senza farne un dramma, dandogli uno, forse due anni ancora di tempo, si potrá ritornare su questi passi, ma per il momento tanto di quello che ho visto di Madrid, non mi è piaciuto.

La cittá è divisa a metá tra nord e sud, quasi che non sia mai passata “socialmente” la guerra civile.
A nord i quartieri ricchi e borghesi, a sud quelli poveri e devastati.
Avevamo preso casa dietro Placa Mayor, pensando di stare, come a Torino, al centro nevralgico di una cittá da vivere e ci siamo trovati dentro un deserto di fango.
Il centro è abbandonato a se stesso, al turismo e anche alla povertá, in maniera quasi ineluttabile.
Non ci sono strutture sociali al centro perchè ormai non ci vive piú nessuno (non siamo riusciti a trovare un asilo nel raggio di un chilometro)
Vicino a Placa del Sol trovi battone e avanzi di bische clandestine per niente romantici; dietro Placa Mayor, appunto, fatiscenti negozi di vendita all’ingrosso, sulla Gran Via multinazionali dell’alimentazione bovina e ovunque, davvero dovunque, un’umanitá incredibilmente popolosa di barboni ubriachi e pankabbestia.
Ma allora dove sono i Madrileni?
A parte i pochi fortunati che vivono in quartieri aristocratici e “perbene” di Salamanca e parte di Chamberì, i madrileni sono emigrati.
Un po’ come i fiorentini, peró piú fuori.
Vivono in quartieri dormitorio costruiti sul niente, dai nomi esotici, come la Moraleja, Pozuelo, Alcobendas, che quando li metti nel navigatore non sono a meno di 30 km dal centro della cittá.
E peró ti dicono quant’é bella Madrid, come si vive bene a Madrid, che meraviglia di posto è Madrid.
Un po’ come se io dicessi com’è bello vivere a Catania, stando a Caltanissetta...
L’urbanizzazione selvaggia ha cementificato a cazzo un po’ dappertutto, a macchia di leopardo, e poi (o contemporaneamente) si sono costruiti dedali di strade che sono peggio di labirinti, progettate da chi utilizza il GPS anche per andare a cagare.
Senza ne sei perduto.
A Torino mi affacciavo spesso sul Po e mi godevo il lento fluire delle acque nel centro cittá, qui il fiume che c’era lo hanno affondato, interrato, nascosto, per costruirci attorno l’ulteriore prolungamento del principale raccordo tangenziale interno.
I ponti peró sono ancora lì e sotto, il letto del fiume, arido, cementificato, pare piú simile ad una lunga discarica di paese che non a qualcosa di naturale.
Al posto del fiume non hanno fatto niente, tutto è rimasto brullo e abbandonato.
I Parigini sono soliti riempire di verde pure le stazioni abbandonate della metro, qui si preferisce dimenticare e abbandonare quello che non serve piú.
Un fiume? Non serve piú a un cazzo: Via!

Peró se ti sai districare tra le strade che interrano i fiumi, il traffico è sempre fluente, che ti pare di stare in America.
Ecco: a volte ho l’impressione che se l’Italia sta facendo la fine del SudAmerica, questa Spagna qui si sia fatta ammaliare un po’ troppo dall’America del Nord.
Un altro esempio: i madrileni riempiono i Centri Commerciali come in nessuna cittá d’Italia.
Qua ce ne sono un casino, di tutte le marche, di tutti i tipi, condizionati e straboccanti di folle entusiaste.
La cittá ne è davvero zeppa.

I posti che ancora restano interessanti di Madrid stanno nella parte Sud e sono quei posti di cui la gran parte di madrileni che benpensano quasi si vergognano.
Come la Latina o Lavapies, che per fortuna, ci sarebbe da dire, si riempiono di multicolori multietnici o la Chueca, ritrovo di meravigliosi “culattoni”.

Noi adesso ci siamo spostati di un chilometro a sud, sempre centrali, peró all’altezza di Puerta de Toledo.
Un posto tranquillo, verde, ma comunque vicino al cuore della cittá, da dove ricominciare nella speranza di aver cambiato idea un anno oggi.
Ci stiamo perdendo qualcosa, da qualche parte, in qualche modo...
Speriamo che il mare e il porceddu sardo ci aiutino a trovarlo al ritorno.
E un po’ di pace.

Baci e abbracci zingari
Buone vacanze!

Commenti

dariedda ha detto…
a leggerti sembra quasi che parli di roma...anche roma è divisa in nord e sud, specchio dell'italia. A nord i quarteri ricchi e fighetti, a sud quelli popolari e densi di migranti. Centri commerciali come se piovessero: ne inaugurano uno al mese ed è sempre il "centrocommerciale più grande d'europa" in un escaletion che non so dove ci porterà e tutti sono sempre pieni zeppi di gente che girella e compra, ma cosa compreranno e come? ma non c'è la crisi o quella in crisi sono solo io? poi il centro, bello da far paura ma giurisdizione di stranieri, magari giapponesi in fila da gucci o bulgari. E trastevere che bella lo è sempre ma anche qui per trovare un trasteverino forse devi andare di amtina presto perchè chi ci abita parla l'ammerigano ormai.
Certo il tevere scorre sempre, non si azzardano a prosciugarlo che se no il romano superstite fa la rivoluzione, quel romano che non la abita più Roma perchè è cara, costosa come le ciligie d'inverno, anche di più e soprattutto caotica, incasinata disordinata.
Ma conserva il suo fascino. non so dove con esattezza, forse nel ponentino serale che rinfresca i pensieri sdopo una giornata torrida o nell'umorismo sottile di chi la abita o nel sanpietrino sconnesso e nei tramonti che spezzano il fiato.
Ogni città ha la sua chiave. A volte bella grande che te la trovi appena infili la mano in tasca, altre volte un pò più piccolina che per cacciarla devi stare a ravanare un bel pò. Ma alla fine viene fuori. Abbiate pazienza, la troverete anche voi e appena ci incontriamo vi dò anche il contato per una madrilena doc super simpatica che sarà bel lieta di farvi trovare questa benedetta chiave!
A presto in terra sarda!
Giò ha detto…
mi sembra che in ogni sud del mondo sia così....

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