Il mio Barrio



Appartengo a tutti i posti nei quali ho vissuto ed a nessuno di essi.
Ogni volta che torno in Sicilia, a Firenze, Bologna, Roma, Milano, Torino e che torneró a Madrid o Barcellona, sento l’impulso irrefrenabile di fermarmi (“fermati quà, fermati qua...”) ed allo stesso tempo quello di scappare via.
E’ come se avessi frammentato la mia anima in milionesimi di particelle sottilissime disperse, come cenere, nell’aria delle cittá che mi hanno bagnato.
Ogni volta che torno, torno dentro (o forse “fuori”) una parte di me, ritrovo quella polvere che è parte di questo personalissimo percorso terrestre e gusto quella strana sensazione di maturitá, che è quanto di più vicino alla quiete la mia pelle possa immaginare.
E’ come se mi rincontrassi, rincontrassi me stesso di fronte ad uno specchio fatto di passato e presente fuso assieme, con un misto di melanconia e gioia, per quella del tutto personale e inesplicabile interpretazione del luogo, che la mia testa e la mia vita si è sfregiata nella carne.
Mia e di nessun altro.
E tutto ciò mi fa piú vecchio delle quasi 4 decadi che porto in spalla.
Che poi ho scientemente deciso di dimenticare tutte le strade fin qui percorse che non fossero “questa”; ho accantonato persone e ricordi in qualche stanza di cui ho smarrito la chiave.
Mi resta la sensazione dell’esperienza.
Il profumo.
Quella robba successa una volta, in qualche modo, che non saprei dire con chi, ne perchè.
Ma le mie cittá no.
Le mie cittá mi restituiscono sempre quel vago clima di dolcezza e libertá, depurato dalle mondane contingenze di qualsiasi quotidiano ormai passato, ammaliandomi come sirene, attraverso quelle parti pure di me che lì ancora albergano.
È allo stesso tempo una sensazione di gioia e inconcludenza, di vita da vivere e vita ormai vissuta, che riempiono di intenso e profondo questo capitolo felice ma senza sogni della storia che mi si sta scrivendo addosso in questi mesi.

Mi dissero una volta che me ne ero andato.. Ma quando?, però quando se sempre sto tornando a case, quartieri, città e mai nessuno di voi è il mio quartiere, il mio Barrio.
Così chiamerò il posto dove mi sentirò uno di voi e le vostre voci lontane saranno musica per il mio cuore, di modo che se fossi nel mio Barrio, avrei spalle su cui appoggiare le mani e orecchie a cui confessarmi, e case, e luna, e stelle che dall'alto sul tetto della casa dei miei vecchi mi diranno...fermati qua, fermati qua.


Simona e Marcello mi aspettano sulla porta.
Loro, casa.

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