Pelo sullo stomaco

Metto dell’acqua filtrata nel tegamino più piccolo e accendo il fuoco sotto una camomilla.
Dentro le orecchie trombe della formazione di Herbie Hanckock, da un periodo lontano, da un posto lontanissimo, accendono la lievissima sensazione di essere altrove.
Guardo mio figlio ridere.
E’ come se si aprisse il mare quando ride.
Ha uno sguardo così intenso, un modo di osservarti che mi pare così adulto (perché così mi piace vederlo), che quando allarga quella portaerei che tiene al posto della bocca, su quelle sue gengive morbide e rosse come fragole, ho come l’impressione che l’intero universo sprofondi sotto i nostri piedi.
E’ così sconfinata la potenza della sua semplicità, la felicità che gli si apre in corpo e ti regala con dolcezza per niente banale e gratuita, che ne vengo rapito alla stessa maniera con cui nel periodo dei primi segreti, scoprivo le gambe delle ragazze.
Strabiliato.
Nell’amore vero l’oggetto dell’amore è visto, considerato e trattato come bello universale dal soggetto emittente, in barba ai principi elementari della scienza probabilistica ed alla cognizione numerica della popolazione del pianeta.
Così mio figlio è, per me, oggettivamente, l’esperienza più stupefacente e la persona più interessante del mondo.
Chiusa ogni discussione.
Il livello di banalità che potrebbe scaturire ad ogni ulteriore parola, mi rende ogni successiva dissertazione scritta non più tollerabile da me stesso.
E però se mi sono dedicato al pensiero di mio figlio, non è stato a caso.
Nella vita quotidiana, difatti, si è, generalmente, così tanto presi dalle occupazioni professionali, come se il ruolo di ognuno di noi tenesse in piedi una porzione fondamentale dell’universo tutto, da dimenticarsi sovente quanto profonde e piene di sorprese possano essere le cose semplici e banali della nostra vita.
Ho passato alcune notti a non dormire per nessun motivo.
Questo perché non sono in grado di farmi scivolare addosso le cose, e sono terribilmente permaloso.
Le facce, i fazzoletti, i denti posterizzati di queste persone hanno quindi occupato abusivamente porzioni rilevanti dei miei neuroni, da cui ritengo adesso, di sfrattarli con gentilezza per far loro posto a quanto di veramente importante c’è nella mia vita.
Lo sapevo e l’ho sempre saputo.
Sono arrivato a sostituire qualcuno che prima di me era stato sostituito e avrei fatto una fine solo parzialmente differente, non appena il ciclo di maturazione dei budini fosse andato a compimento.
E però l’amor proprio è una belva carnivora che le mie sicule budella fanno fatica a digerire, se non senza una dose massiccia di massaggi breuss.
Proverò a dare un più giusto peso alle cose, ma mi piacerebbe raccontare della sociologia di questi momenti, dei sistemi che si sfaldano, dei comportamenti che si conformano, delle personalità che mutano, dei cambiamenti che imperversano, dei commenti che non aspettano, delle modifiche che non chiedono spiegazioni preventive, dei giornalisti che adulano, dei gemelli che disprezzano il casual, delle invidie retroattive, delle insicurezze delle leadership e di tutto questo gran circo antropologico che si muove attorno a questa deriva dei continenti innescata da un addio.
Mi piacerebbe ma non posso.
La faccia di mio figlio merita rispetto e di una maschera di bronzo tutta nuova, che da domattina prenderò con ironia ad indossare, nell’attesa che il destino che mi pertiene faccia il suo corso, nei tempi, i ritmi, le modalità che riterrà opportuni.
Qualcosa di inevitabile è avvenuto e qualcosa di altrettanto inevitabile mi “verrà” addosso.
Chissà da cosa deriva il termine pelo sullo stomaco?

Commenti

Betta ha detto…
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Betta ha detto…
Oggi Paolo mi raccontava di quello che scrivi.
Gli ho detto "e Ale?". "Niente" mi ha risposto "è tranquillo, sa il fatto suo. Anche quando è arrivato lui è stata la stessa cosa. E' sereno, troverà qualcosa di nuovo, di più figo".
Ho continuato a condire l'insalata ma mi è rimasta una sensazione sospesa.

Ora che leggo il tuo post la sensazione si è poggiata.
Ti conosco poco ma immaginarti totalmente sereno mi era difficile.
Beh, avevo ragione, e ti capisco perfettamente.

Ho fatto una ricerca su "pelo sullo stomaco" ma non mi sono sbattuta molto e non ho trovato niente, ora però faccio un indagine per capire da cosa nasce.

Comunque sia, amico siculo, lascia che il fastidio si plachi, indossa la tua maschera migliore e sappi che davvero, qualunque cosa sarà, sarà più bella.

E poi, poi Marcello e Simona, il resto, come dice il buon vecchio Guccini....a culo!

Baci.

scusa il commento eliminato era il mio, ho fatto un pasticcio!
punturo ha detto…
Ciao Betta,
In realtà questo post era anteriore alla mia telefonata con Paolo.
Dopo questo post sono successe delle cose, queste cose che mi sono successe mi hanno rasserenato.
Questo perchè: …non so chinare la testa /che non si china la testa
/e non si regala l'intelligenza e la compagnia /e non è il caso di aspettare /non è il caso di aspettare
mai più.
punturo ha detto…
Il pelo sullo stomaco è solo il contrario della permalosità.
Me lo spiegò il mio primo capo, dicendomi che sarebbe dovuto essere il principale strumento del mio mestiere.

Ci vediamo presto.
Forse vengo giù a Bologna il primo marzo per una testimonianza in un corso di Enrico.
Un abbraccio grande
Anonimo ha detto…
Punturo, non conosco la tua peluria, però la smetti di fotografare le tette di tua moglie? Sono fuori norma.
Comunque è troppo figo il pupo vestito così.
Saluti.
ciao!
paolottivomita ha detto…
e se, puntù, non fosse figlio tuo...?
paolottivomita ha detto…
eeeeee cche è!!!!! scherzavo!!!!!!! non si può più scherzare su questo bloggg???
paolottivomita ha detto…
"pelo" viene da pelo, "stomaco" invece da stomaco (sto maco, certe volte molto maco), "sullo" non si sa. indi, pelo sullo stomaco. non bisogna mai radersi il pelo sullo stomaco. sia perché è difficile far passare il rasoio nella gola, sia perché se non lo hai ti va di traverso la vita. poi la vomiti intera e non va bene. bisogna digerirla, la vita.
Anonimo ha detto…
Il figlio, purtroppo, sta assomigliando sempre più al padre...ieri sera sono rimasta sconvolta dall'anulare...cazzo...la falangetta...è sempre più identica a quella di Ale!Eppoi oggi ho visto una vaga somiglianza anche nel mignolo sinistro...bhà...ed io che pensavo fosse tutto somigliante a me...Che vuoi farci Tierò, quelli i figli sò traditori!Prima ti fanno credere certe cose e poi ti cambiano la pelle sotto agli occhi!!!

Post popolari in questo blog

BRA-ZIIIIL

Il male.

Il sogno che non c'è