Decameron


L’arte contemporanea, quel filone di arte di avanguardia intendo che si è staccata dalla rappresentazione figurativa, per divenire provocazione, spunto, riflessione, ha avuto nel recente passato la capacità di spostare la barra della percezione, ben al di la dello sterile quotidiano, approdando a vette di genialità creativa dalla natura costruttiva.
Facendoci riflettere, inducendo tormenti, shockando e spalancando porte prima inaccessibili, una certa arte contemporanea è arrivata anche a ricoprire un ruolo importante, quantomeno nelle elite culturali di diversi paesi, per provare a portare cambiamenti anche radicali nelle coscienze di singoli e moltitudini.
Oggi non più.
L’arte contemporanea, a mio modesto avviso, pare essersi arrovogliata su se stessa, e provoca provocazioni solo per il gusto di sfidare convenzioni, in maniera sterile e, per lo più, egoriferita.
Quando per la prima volta ho visto lo spettacolo di Luttazzi sulla Sette, ho pensato allo spirito rivoluzionario, creativo e partecipativo dell’originaria arte contemporanea.
A quello spirito.
Le provocazioni sono tante, differenti nei contenuti e nelle modalità, ma l’intero programma di Luttazzi, nel suo essere pugno nello stomaco, mi fa andare a dormire profondamente riflessivo e stranamente sereno.
Sereno innanzitutto perché non mi sento più pazzo.
Questa realtà, la realtà di oggi, dei telegiornali quotidiani, della società italiana del 2007, è, a mio modo di vedere così assurda (tutti possono dire tutto e il contrario di tutto, senza vergognarsi di avere detto esattamente il contrario il giorno prima), che mi sento totalmente dissociato.
E allora il programma di Luttazzi, rappresenta la manifestazione rappresentata dei miei incubi, la reazione eguale e contraria ad una violenza continua, che mi sento di subire, dalla società di Vallettopoli, Berlusconi, Vespa e Ruini.
Un modo per non rincoglionire.
La voce più stronza della mia coscienza, che resta aperta per continuare a urlare che tutto questo, così come ce lo stanno impacchettando, è assurdo.
Un modo per non uniformarsi alla degradazione di massa pianificata ed attuata a reti unificate.
Di questo lo ringrazio e vi consiglio caldamente di vederlo considerandolo per quello che è.
Una vera e propria installazione della più genuina e fiera arte contemporanea.

Vi saluto e vi faccio gli auguri di tutto quello che desiderate.
Mi rifò vivo a Gennaio.
.
cfr: nella foto sopra Marcello esprime sdegno per la prolassi socio/politico/culturale del paese Italia

Commenti

Unknown ha detto…
E anche questo è andato.
Io l'ho sempre sostenuto che la televisione non va guardata mai. Per salvaguardare il benessere psicofisico, mica per altro.

Buona natale Punturo
a te a tutti i tuoi addendi
punturo ha detto…
C'hai ragione anche te...

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