Cinzia e la teoria del tradimento fidelizzante

Cinzia.
Cinzia, eri una donna decisamente piacente, quel gennaio di 7 anni fa quando mettevo piede per la prima volta a Torino.
Eri un po’ più vecchia di me, ma decisamente intrigante, per sveltezza di gamba e malizia di sguardo.
Avevo preso in affitto una mansarda di 15 mq in primissima pre-collina, che, un po’ per la vista, un po’ per Baudelaire, un po’ per il letto ad una piazza e mezzo, prometteva sapori di incontri melensi, caffè letterari e chiavate titaniche.
Cinzia, tu eri la mia vicina di casa.
La tua mansarda, attigua alla mia, esalava colori di donna/ragazza ed odori coriacei non sempre gradevoli (in 15 mq comprendo che sia difficile riuscire a far cambiare l’aria agli ambienti).
Ma il tuo riso spontaneo, Cinzia, il calore dei tuoi gesti, il crescendo delle tue urla, quando aprivi la porta di casa (e non solo quella) al nuovo compagno del mese, riempiva d’incenso odoroso quelle serate sfinite che chiudevo abbandonato, a peso morto, sopra una poltrona di legno Baudelaire.
Serbo ancora il ricordo di quando i toschi miei fidi compari, al vederti apparire raggiante, fecero crollare le palpebre e sollevare i prepuzi, che potevi sentire il frusciar dei loro ormoni entusiasti, fin dentro al tabernacolo della vicina Gran Madre.
Eri un’idea di erotismo Cinzia.
Eri una piacevole compagna di conversazioni pre-coito.
Ma quell’amplesso non lo consumammo mai, preso com’ero dai titoli di coda di una storia monumentale in chiusura e dal violento imperversare di una modella secca e carismatica nella mia contingenza di allora.
Ti rincontrai a Torino qualche mese dopo che stavo a Milano.
Uscimmo insieme.
Ti corteggiai.
Opponesti quelle minime resistenze che segnano un lieve confine tra il garbo e il “darla via facile”.
I miei amici poterono ammirare, quei poderosi attacchi ormonali, coi quali ti spingevo ad unirti nel sesso con me.
Camminammo lungo il fiume nel pomeriggio.
Ci unimmo a feste e ritrovi la sera.
Fino a tarda ora, cercai di scardinare, quella difesa solo apparentemente severa, con attacchi corali, sgroppate in contropiede e tiri da fuori.
Tu mi lasciavi fare.
Ma non c’era verso.
Pareva che la tua attività sessuale si fosse arrestata di colpo, nell’intento di avvicendare ai fugaci piaceri della carne, i più sicuri ancoraggi della routine di coppia.
Il tempo passava e non c’era verso.
Quand’anche si passava dal parlare al baciare, non c’era verso.
Così, quando alle 4 del mattino di quel sabato, dopo 12 ore di insistenze e carezze, dopo avere spremuto, le meningi di originalità cavalleresche e le gambe di decine di chilometri di passeggiate inutili quanto sfiaccanti, mi dicesti: “ok. Ti fermi a dormire da me?” ti diedi un bacio in fronte, ti salutai e me ne tornai a Milano.
Cinzia, la Torino-Milano è un’autostrada del cazzo e alle 15 principiano le partite.


Riprendo questo mirabile pezzo di letteratura dell’autore russo Aleksej Zavarov Tonuprovich, per riprendere in mano una polemica, che me e la betta stiamo sostenendo col mondo intero, sulla fedeltà nelle relazioni amorose di lungo corso.
Per farla breve io e la betta, sosteniamo che in un rapporto sentimentale duraturo con una persona, non puoi prescindere dall’idea del tradimento.
Si badi bene l’idea.
Il tradimento è qualcosa che non può divenire sistematico, poiché in tal caso vengono a cessare i presupposti stessi di una relazione; ma dinanzi ad esso non ci si può nascondere, se non si vuol trasformare in routine, la propria vita quotidiana.
Noi, uomini e donne, ritengo, siamo istinti sessuali ambulanti.
Camminiamo, ci nutriamo e respiriamo sesso.
Reprimere questa parte e costruire, attorno alla propria storia d'amore, un edificio di mattoni nel quale inclaustrofobizzarsi, è il modo più lento e sicuro di morire.
Il sesso però è anche gioco, curiosità, sorrisi, autocompiacimento, misurazione dello spazio tra sé e l’altro, relazione di sguardi e parole, comunanze e dispetti, narcisismo, favole.
Tutti giochi che è possibile giocare indipendentemente (o con) dal proprio partner.
Indipendentemente dal fatto di finire a letto con una persona.
Poiché, come questo scritto mirabilmente rileva, perlopiù, non è il consumare l’atto sessuale il fine ultimo della propria sessualità, bensì il misurare se stessi con il continuamente differente opposto.
Si potrebbe passare una vita a giocare di tradire, senza tradire mai.

La seduzione.
L’attitudine al gioco.
E’ questo che genera, per noi, energia, curiosità, vita in ultima istanza.

Commenti

Anonimo ha detto…
se c'è un'idea in fieri, significa che c'è una recondita aspirazione al tradimento.
Perchè quello che dici tu è la biologica voglia di trombare di ogni essere vivente, e non si capisce perché questo desiderio non debba essere contemplato sempre diretto verso la compagna di vita (moglie).
Se nel vedere un figone della madonna che incroci per strada ti balena un'idea sottile di tradire la tua compagna, secondo me significa che è solo la tua vigliaccheria che te lo impedisce. E significa che se predisposto, non solo nell'idea, ma anche nei fatti, al tradimento. Sempre e solo per soddisfare il tuo regale augello....
Anonimo ha detto…
secondo me non è la vigliaccheria che te lo impedisce, ma il figone stesso.
punturo ha detto…
paolè,
ci vorrebbero secoli di discussioni che non basterebbero neanche per provare a farti capire il mio punto di vista.
Non accettarlo, ma anche solo capirlo.
Io e te partiamo da presupposti che sono antipodici: cattolico il tuo, individualista il mio.
Riprendo solo quello che ha scritto altrove M.E. per dirti solo che "noi chiamiamo egoista chi non si sacrifica al nostro egoismo".
punturo ha detto…
e oltretutto paolo, lasciatelo dire, non sei in grado di andare oltre alle parole.
c'era un desiderio di leggerezza nel trattare di questo argomento, che hai pienamente distrutto entrando a gamba tesa su qualsiasi sfumatura io abbia cercato di mettere in luce.
Tu hai delle certezze granitiche.
Vedi di rispettare le incertezze setose degli altri.
paolottivomita ha detto…
ehhh fratè insomma per te o è bianco o è... negro. hai detto bene, non si capisce perché questo desiderio non debba essere contemplato sempre diretto verso la compagna di vita (moglie, oppure no). eh, non si capisce e basta. così è, c'est la vie, capita, se no eravamo tutti sposati e l'umanità non si faceva le guerre e tu non spaccavi i menischi e i coglioni dei fantallenatori. alla vista della figona (ma non è alla vista di una figona, il gioco è un po' più sottile...) non ti balena l'idea di tradire, ma casomai di fare una cosa che -come conseguenza - implica poi il tradimento (sembra una lapalissiana cazzata, ma, ti ripeto, è un po' più sottile...), e , nel caso, non è la vigliaccheria che te lo impedisce (vigliacchi tutti i cazzi), ma tanto, tanto altro. e per concludere, non credo che se pensi di tradire hai già tradito. eccheccazzo. ma allora uno si deve mettere le cancellate al cervello. insomma sono d'accordo con punturo, non tagliare il prosciutto con l'accetta e neppure con la sega elettrica. ciolic, per esempio, che ci dovrebbe fare con la sega? questo mio intervento è grossolano perché sono stanco morto e non ci avevo voglia di scrivere per bene anche se ne sono capacissimo. segue epiteto politicamente scorretto: froci.
Anonimo ha detto…
Tradire non è sbaglaito se uno pensa che si possa fare.
L'importante è non scaricarsi la coscienza.
Secondo me, l'amore quello che ti devasta dura fino ad un tot di tempo, poi scegli di continuare a vivere la comodità ed i vari tradimenti quotidiani oppure cambiare ogni tot di tempo e avere sempre le viscere in subbuglio.
Ho sempre preferito la seconda ipotesi e ora non lo so più però.
Perchè alla lunga tutto è uno spaccamento di coglioni.
Si deve tradire tutti i giorni perchè ci sono un sacco di persone al mondo per ogni altra persona ed è come i libri, ne vuoi conoscere sempre di più.
Anonimo ha detto…
Anonimo, non sono d'accordo sul fatto che bisogna tradire tutti i giorni. Anzi, credo che di persone belle davvero se ne incontrino poche nella vita. E per belle, Salani, non intendo esteticamente.
Certo, è pieno il mondo di persone interessanti, uomini donne vecchi e bambini, e se ci impegnassimo un pò per entrare in comunione con le anime che incontriamo per strada, saremmo tutti un pò più felici.
Ma questo è un altro discorso, chiaro.

Quanto al tradimento mi sa che sono stanca di parlarne, è un argomento che si presta troppo al fraintendimento, e sono troppo stanca dal lavoro per sbattermi a chiarire l'abc del mio pensiero.

Betta
fammi capire se ho capito
il tradimento rinvigorente che teorizzi (a parte la sua non sistematicità), si deve arrestare sulla soglia dell'atto o può anche proseguire?
paolottivomita ha detto…
ti rispondo io: può proseguire, prosegue, diviene tale, si esaurisce. ma è davvero un concetto così assurdo oppure facete finta?
no, non è assurdo
solo che ho miei dubbi sul fatto che possa funzionare nel caso che si consumi
e l'altro lo sappia
punturo ha detto…
Prr farla breve e da discussione da bar, caro nero, la teoria è semplicemente: è impossibile pensare a una relazione di lungo corso senza tradimenti. Se ciò dovesse avvenire (1/2/3 volte nel corso di una vita insieme) meglio celarlo all'altro e riprendere il cammino (se, ovvio, il tradimento non è sintomo di altri disagi).
Se le regole del gioco, sono così chiare ad entrambi, si può anche smettere di essere gelosi e vivere senza muri la propria relazione, proprio perchè il tradimento spesso avviene per trasgredire al divieto che ci si è dati nella coppia.
Oltretutto è molto più divertente giocare e scherzare, che non consumare davvero e fino in fondo il tradimento.
Al contrario, giocare e flirtare, per assurdo, con altri, può mettere brace e spensieratezza nella vita della coppia.
Paradossalmente la fiducia nell'altro, sta nel fatto che non vengano minate le basi profonde della relazione.
Questa teoria parte dall'assunto che una fedeltà felice è pressocchè impossibile da trovare in natura.
L'ho detta male, ma all'incirca è così...
Anonimo ha detto…
Ecco, bravo Punturo, con l'unico assunto che è tacito sapere che magari l'altra persona tradisce, ma io non vorrei mai saperlo e mai vorrei dirlo.
E spesso è meglio una consumazione che rimanere lì sul confine, che prevede una complicità tale della quale forse sarei gelosa.
che poi mi chiedevo
è meglio un ingresso con consumazione
o una consumazione senza ingresso?

e soprattutto, è giusto che ci sia una selezione, all'ingresso?
o è sufficiente entrare a coppia?
punturo ha detto…
Tomina, non ci siamo capiti.
L'assunto è che forse nell'arco di una vita tradisci (non è consumazione obbligatoria, per dirla alla nero), forse no.
Se tradisci tu non lo dirai mai al partner.
Mai.
Poichè in quel caso, sarebbe finita davvero.

Invece, per rispondere a nero, dico che consumare a coppia è una variante dello schema ch trovo decisamente intrigante.
Il triangolo siiiii!!!

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