23 agosto 2007

Gli astanti si voltano all’unisono verso il grande orologio in fondo alla sala.
Segna le 3 e 19. Qualcuno prende nota.
Il senso di pace che mi ha preso immediatamente prima, quando disteso nascosto nel retro della sala d’attesa, sonnecchiavo calmo prima della meravigliosa tempesta.
La paura che mi ha investito. quando l’ostetrica ha preso letteralmente a “svitargli” la testa, fino a farlo venire fuori.
Il senso di smarrimento nel sentire le prime urla di Simona e la fiducia che invece mi ha investito nel partecipare al “lavoro” di mia moglie.
L’ora passata insieme allo “sconosciuto” silenzioso e curioso. La sua prima ora, io e lui soli.
Questi ed altri flash mi restano in testa.
Lo sconosciuto (o il bastardo come mi piace chiamarlo e se lo vedrete mai capirete il perché) è nato giovedì scorso.
“E chi è questo??”.
Nasce una persona, non nasce tuo figlio.
Non è “tuo” un cazzo di niente; un bambino, grande anche solo dieci minuti è da subito una persona.
Indipendente.
Che cominci a scrutare e con il quale ti poni in relazione, imparando.
Il legame forte si crea con le azioni.
Il mio momento più emozionante fino ad ora è stato quando, disperato, si è addormentato sulle note di “Ovunque proteggi” cantategli (a mo’ di ninna nanna) dal padre.
Ultimo segno di meravigliosa invadenza del maestro di Scandiano nella mia ben poco semplice vita.
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