Rendez vous con Bertrand Russel
Sono a Parigi da qualche giorno.
Ho scoperto nella libreria di mia sorella, un testo che avevo dimenticato e che ho molto amato.
Bertrand Russel: “Perchè non sono cristiano”.
Mi ci sono immerso e ritrovato profondamente a distanza di una decina d’anni dalla prima lettura.
L’ho mostrato orgoglioso ad un’amica francese di mia sorella, che l’ha guardato e mi ha detto: “Soprattutto nell’adolescenza, serve un nemico per riuscire a crescere e ad affermare la propria indipendenza. Cosa saremmo senza la religione cristiana?”
Più o meno questo.
E, ovviamente, mi sono sentito stupido.
In Italia, noi, siamo ancora immersi in una contrapposizione vecchia, superata, arcaica in sè, tra laici e cattolici.
Questo è fondamentalmente legato all’egemonia della Chiesa cattolica nella vita politica italiana, all’ingerenza che esercita nell’affermazione di una società moderna e multiculturale.
Ma questo è anche legato, e qui faccio dell’autocritica, ad un atteggiamento di ribellione non risolta dell’animo umano.
Ci si sente imbrogliati a comprendere le falsità che ci vengono insegnate fin da piccoli.
A comprendere i grattacieli di menzogne che sono magnificamente state accatastate nel corso di duemila anni.
Ma posso ancora andare dietro a questa contrapposizione?
Io, adesso, alla mia età e col mio livello culturale, posso misurarmi ancora su temi politici del genere con gente del calibro di Casini, Mastella o Giovanardi?
Probabilmente arriva un punto, nel momento in cui fai una vita che ti mette a contatto con un ambiente internazionale e delle problematiche progressiste e “moderniste”, che devi smetterla di andare dietro al dibattito contingente e provinciale di questa italietta di Serie B e provare a capire i mutamenti internazionali ed un confronto con te stesso, da punti di vista più maturi.
In realtà, scontrarsi sulle problematiche dell’attualità religiosa italiana, in questo momento è probabilmente sterile.
Dipende dall’interlocutore è chiaro, ma è difficile trovare pensatori adulti nel mondo dei Media della Chiesa Cattolica (forse troppo impegnata nelle telepromozioni per l’8 per mille).
Mi sarebbe piaciuto parlare col Cardinale Carlo Maria Martini, ma credo che lo spessore umano di certi personaggi non sia più replicabile, poichè i cattolici ne hanno debellato il pensiero come un virus.
Oggi la Chiesa è esclusione.
Chiudo con un inciso di Umberto Galimberti sui movimenti cattolici contro l’eutanasia, che mi pare illuminante per leggere l’attualità religiosa dell’Italia del XXII secolo.
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