XXI secolo: onanismo



Se si esclude il fantacalcio, mi pare di poter dire che la vita di noi tutti ruoti attorno a due assi fondamentali: sesso e amore.
Nell’ordine che preferite e nell’accezione che ritenete più idonea.
Con sesso non intendo solamente l’atto di accoppiamento orizzontale, con amore non intendo solo il sentimento che si sviluppa tra persone di sesso opposto o uguale.
In mezzo c’è tutto.
Amore e sesso, per me hanno due ambiti di alimentazione: uno razionale ed uno corporeo.
Si può fare sesso, ad esempio, da soli attraverso una chat o un racconto erotico o lo si può fare partecipando a manifestazioni corporee di coppia o di gruppo (queste ultime a me, per il momento sconosciute).
Quello che distingue l’amore e il sesso razionale da quello corporeo è il tramite.
Il mezzo.
(Lo so che vi sembra che mi sto perdendo, ma adesso arrivo al punto).
La differenza tra un sesso o un amore scritto, parlato, raccontato, immaginato ed uno reale è il corpo.
Il corpo è l’unico mezzo emittente e ricevente, attraverso il quale sesso e amore divengono reali, escono dalle stanze della fantasia per assurgere a reale manifestazione di esistenza.
Affermazione compiuta di se e dell’altro.
Non a caso non si viene uccisi per tradimenti di testa, ormai comunemente accettati dall’etica contemporanea, mentre si possono ancora subire conseguenze inenarrabili per i tradimenti cosiddetti della carne (che fantastica espressione!!!).
Perché scrivo questo?
Perché ho come l’impressione che questa prima ondata di globalizzazione della società contemporanea, ci ha portato tutti a diventare più onanisti.
Perché credo che la gente preferisce guardare che partecipare.
Il grande fratello, tutti questi reality show, Second Life e tante altre menate raccontano di un’attitudine continua di vita virtuale della maggior parte della gente.
Onanismo di massa appunto.
Io invece non perdo occasione per ricordare quanto ami il teatro.
Recitare è un’esperienza davvero fisica, di relazione con l’altro ed enorme profondità.
Anche assistere al teatro è un’esperienza fisica di partecipazione, almeno per quanto mi riguarda.
Leggere invece è immergersi e riemergere senza avere cambiato una molecola del proprio corpo, senza essersi scambiati la pelle.
Non voglio dire in questo che esiste un arte migliore di un'altra, dico solamente che ci sono attitudini passive ed attive e che la gente preferisce sognare un’altra vita, piuttosto che provare a vivere e fallire in questa. (Su questo si fonda anche qualsiasi religione che vende il prodotto “Vita Eterna ”, come medicina per chi non può o non vuole affrontare la vita limitata).
Ma che cazzo ci sto affà allora davanti a sto blog a scrivere tutte ste puttanate?

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