Privacy e ipocrisia di Stato

Un onorevole, un alto rappresentante del governo di questo paese, addirittura il portavoce del nostro Primo Ministro, viene fotografato mentre va a troie.
Peggio, mentre si accosta ad un travesta.
Le foto vengono smentite prima, comprate e nascoste poi, alla fine svelate con grande scandalo.
In tutto il paese si alza lo sdegno di nani e ballerini.
E’ stata lesa la privacy di quell’onesto servitore delle istituzioni!
Grande scalpore alla Corte di Sua Maestà.
L’onesto servitore dello Stato riceve la solidarietà di tutti i rami del Parlamento, destra, sinistra, centro, gruppi misti, senatori a vita, cancellieri e uscieri… tutti a dire “è una vergogna”, “a che punto siamo arrivati”, “bisogna bandire le intercettazioni”, “bisogna bandire i giornali”, “fermare questi magistrati prepotenti”!!!
La privacy è in pericolo.
Allora, io mi fermo un attimo e mi chiedo, “che cos’è sta privacy”??
Che cosa sarà mai questo termine anglosassone, bastione della democrazia, avamposto di qualsiasi conquista liberale?!
Provo a rapportarla alla mia vita.
La privacy…
La privacy è che quando io magari giro tutto ignudo per casa qualcuno può guardarmi dentro e fotografare, in tutta la loro pochezza, le mie bassissime vergogne?
Oppure che quando giro per strada e mi sto scaccolando, qualcuno potrebbe riprendermi e mostrare cotanta villania in un programma televisivo di prima serata?
Se fossi un VIP o un politico una cosa del genere potrebbe rovinarmi la carriera?
Se lo scoprisse mia madre potrebbe morirne di crepacuore?
E’ questa la privacy?
Forse faccio una forzatura o una banalizzazione del concetto, ma il modo in cui vedo utilizzato il concetto di privacy nella situazione corrente non è molto distante da questo.
La privacy è la foglia di fico delle sozzure di questo paese.
Voi avete davvero paura di essere intercettati? Io no.
Vi darebbe paura essere fotografati vestiti di latex mentre giocate al gerarca e la partigiana? A me francamente no (mi metterei pure in posa…)
Vado a troie, locali di scambisti, escort? Questa è la mia vita, fatta di perversioni uguali e differenti da quelle di chiunque altro.
Volete fotografarmi nudo… accomodatevi
La malizia, la lascivia, il voyeurismo, stanno negli occhi di chi guarda. A che pro nascondersi?
Il pudore, soprattutto quello falso, puritano e di facciata, non sono neanche concepibili dalla mente di un bambino di 4 anni.
E allora che cos’è questa privacy?
Questa forma di ipocrita timidezza che sempre più spesso nasconde nient’altro che l’incapacità di questo paese di guardarsi dentro, di vedere merda dentro al proprio buco di culo, di guardare alla pochezza delle proprie vite, alla bassezza dei propri istinti senza saperli accettare.
Siamo buoni padri di famiglia che organizzano orge, politici irreprensibili che tirano cocaina, sacerdoti pederasti, imprenditori infedeli, uomini falliti e donne frigidissime, persone deboli e fallaci anche… ma tutti comunque pagliacci e buffoni di palazzo, che alla fine della propria personale perversione devono reindossare la maschera del proprio ruolo e rassicurare con un sorriso compiacente il proprio prossimo… fallito, infedele, pederasta o drogato anch’esso.
Accettassimo una buona volta il nostro essere imperfetti, il nostro voler indossare di tanto in tanto un paio di giarrettiere, il nostro accostarsi a donne con un serpente tra le gambe, la nostra puzza di sudore ascellare, le nostre occhiaie, la nostra cellulite, non ci sarebbe bisogno di privacy.
Non ci sarebbero ipocrisie.
Mentre invece c’è uno scandalo.
E lo scandalo è che un importante rappresentante delle istituzioni si accosta a delle troie, ma le troie non sono legali, i travestiti vengono considerati gli esseri più abbietti, non sono degni di poter accedere ai benché minimi diritti personali, e devono stare al freddo delle strade d’inverno a raccattar falliti, ad accendere falò per riscaldarsi, perché una fottutissima legge di questo ipocrita stato di sacerdoti ed usurai, mentre se li incula coi suoi uomini di punta, gli vieta la possibilità di esercitare la propria professione (maledetta per quanto sia) all’interno di locali igienicamente sicuri, minimamente confortevoli e non personalmente degradanti.

Non ci sarebbe nessuno scandalo signor Sircana, nello scoprire che lei ha le sue perversioni.
Lo scandalo è scoprire che non è in grado di accettarle.
Per se e per lo Stato che rappresenta.

Siamo animali che si atteggiano a divinità.
E quando scopriamo la bestia che è in noi, la nascondiamo, invocando questo innovativo e strabiliante concetto di privacy: inutile, ipocrita, patetico.

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