Dimenticare
L’altro giorno mi sono dimenticato il nome di un amico.
Un amico che non c’è più.
E’ passato a miglior vita quasi due anni fa ed io mi sono dimenticato il suo nome.
Mi ricordavo il suo nickname, ma non il suo nome.
Mi sono tremati i polsi, pensando alla morte come perdita della memoria delle persone care e forse per colmare questo grosso senso di colpa o per semplice narcisismo personale, mi è venuta voglia di ricordarlo, senza idealismi del cazzo per carità… (ne riderebbe delle belle), ma solo per poter riprendere questo ipotetico scritto la prossima volta che non mi ricorderò più il suo nome; (anche perché è terribile vedere come col tempo la memoria delle persone che ci sono state vicine svanisca come sabbia tra le mani).
Ma poi cambio idea, non è giusto.
C’è una inevitabilità nei destini delle persone, che va rispettata gelosamente.
Una preziosità tra le poche parole che ci siamo scambiati, gli abbracci che ci siamo e non ci siamo dati, il vino, gli sguardi, gli odori che facevano parte di quella parte di vita, che merita di morire.
I ricordi sono racconti, romanzi… frutti di una metarealtà.
Che senso avrebbe ritirarli fuori con falsità.
La vita, quella vera è altro.
Quel poco che mi ha dato quello stronzo di Simone, lo tengo con me, caro e via via sempre più labile, convinto che ci sono dei destini che si bruciano in fretta, perché fatti di troppo ossigeno.
Un amico che non c’è più.
E’ passato a miglior vita quasi due anni fa ed io mi sono dimenticato il suo nome.
Mi ricordavo il suo nickname, ma non il suo nome.
Mi sono tremati i polsi, pensando alla morte come perdita della memoria delle persone care e forse per colmare questo grosso senso di colpa o per semplice narcisismo personale, mi è venuta voglia di ricordarlo, senza idealismi del cazzo per carità… (ne riderebbe delle belle), ma solo per poter riprendere questo ipotetico scritto la prossima volta che non mi ricorderò più il suo nome; (anche perché è terribile vedere come col tempo la memoria delle persone che ci sono state vicine svanisca come sabbia tra le mani).
Ma poi cambio idea, non è giusto.
C’è una inevitabilità nei destini delle persone, che va rispettata gelosamente.
Una preziosità tra le poche parole che ci siamo scambiati, gli abbracci che ci siamo e non ci siamo dati, il vino, gli sguardi, gli odori che facevano parte di quella parte di vita, che merita di morire.
I ricordi sono racconti, romanzi… frutti di una metarealtà.
Che senso avrebbe ritirarli fuori con falsità.
La vita, quella vera è altro.
Quel poco che mi ha dato quello stronzo di Simone, lo tengo con me, caro e via via sempre più labile, convinto che ci sono dei destini che si bruciano in fretta, perché fatti di troppo ossigeno.
Commenti
Bienvenido!
Aqui podemos hablar tambien en espanol.
Yo soy un espanol faltado... en el sentido que tenia que llegar a vivir en barcelona hace un ano, pero al final me soy quedado a Torino.
Mi hermana te lo puede contar.
Un abrazo
Que bonito este blog asì internacional...
Ieri tutt'a un tratto m'ha detto: "Sai una cosa? Stamattina mi sono svegliata e ho sentito che Michel non mi manca più. Non solo posso vivere senza di lui, ma sono anche felice senza di lui!"
Mi é sembrato il miracolo più bello.
Mi é sembrato il regalo più bello che Michel potesse farle.
Un abbraccio ad Alfredo.
Hasta la vista amigos!
resta la memoria dell'aria