Anche i ricchi piangono...
Raramente mi sono trovato a solidarizzare così tanto con una donna, come questa mattina.
Entro nell’ufficio del capo e nel cercare di individuare quale fosse lo scatto più brutto della nuova Bravo (non riuscendo alla fine nell’intento…), mi imbatto nella lettera di Veronica Lario a Repubblica.
Le mie posizioni politiche c’entrano poco, il mio antiberlusconismo pure.
E non vorrei neanche entrare in farneticazioni metapolitiche da bar o in commenti da massaia parruccata.
Non voglio neanche esplorare il gretto maschilismo del nano di Arcore, facilmente psicanalizzabile da un qualunque barista di periferia; mi affascina la donna Veronica Lario, la femminilità che c’è in quella risposta: orgogliosa, combattiva e indipendente.
Il discorso della Lario è semplice, quanto tenero: il ruolo politico di mio marito, non lo autorizza ad essere onnipotente in famiglia, mancando di rispetto alla donna che ha sposato e trasferendo così cattivi esempi e valori ai propri figli.
Avevo provato a sintetizzarlo, ma non riesco a non banalizzare con un sunto il suo discorso.
Leggetela se riuscite.
Quello che mi colpisce è il tono di quella lettera.
Così incredibilmente femminile…
E’ come se la donna e non la madre sia venuta fuori per rivendicare la sua posizione all’interno della famiglia
Una garbata lettera che è un urlo, vista la segregazione monacale che si era autoimposta nei 26 anni che questa donna ha passato col Berlusca.
Un urlo con cui ha voluto dare anche un segnale politico forte alle altre donne: non fatevi marginalizzare, non permettete mai al vostro uomo di mancarvi di rispetto, siate forti, siate degne!
Ho provato un enorme simpatia ed un vago senso di desiderio verso una donna che riesce ad esprimersi con quei toni, mantenendo intatto il proprio ruolo sociale, familiare e la propria personalità.
Uno schiaffo alla pochezza di noi uomini, una banalizzazione efficace delle nostre più basse pulsioni, un manifesto di modernità severo.
Il mio più grande inchino ad una donna capace di rimanere tale nella più difficile delle situazioni.
Chapeau.
E’ proprio vero che la vita è ingiusta, se regala donne di tal fatta a uomini dal grugnito facile.
Volevo poi soffermarmi un attimo sull’appello dei vescovi contro i Pacs.
Antistorico e ottuso, come di chi si mette le dita nelle orecchie e prende a berciare, acchè nessuno possa fargli sentire la voce della ragione.
Ma ho deciso di lasciar perdere e di lasciare la mondezza ai mondezzai.
Prima o poi tutte queste gerarchie verranno spazzate via come con lo sciacquone.
Che siamo noi, i nostri figli o i figli dei nostri figli, la chiesa sta morendo e lascia in mano al fanatismo le proprie ultime chance di restaurazione.
Requiescat in bellum!
Entro nell’ufficio del capo e nel cercare di individuare quale fosse lo scatto più brutto della nuova Bravo (non riuscendo alla fine nell’intento…), mi imbatto nella lettera di Veronica Lario a Repubblica.
Le mie posizioni politiche c’entrano poco, il mio antiberlusconismo pure.
E non vorrei neanche entrare in farneticazioni metapolitiche da bar o in commenti da massaia parruccata.
Non voglio neanche esplorare il gretto maschilismo del nano di Arcore, facilmente psicanalizzabile da un qualunque barista di periferia; mi affascina la donna Veronica Lario, la femminilità che c’è in quella risposta: orgogliosa, combattiva e indipendente.
Il discorso della Lario è semplice, quanto tenero: il ruolo politico di mio marito, non lo autorizza ad essere onnipotente in famiglia, mancando di rispetto alla donna che ha sposato e trasferendo così cattivi esempi e valori ai propri figli.
Avevo provato a sintetizzarlo, ma non riesco a non banalizzare con un sunto il suo discorso.
Leggetela se riuscite.
Quello che mi colpisce è il tono di quella lettera.
Così incredibilmente femminile…
E’ come se la donna e non la madre sia venuta fuori per rivendicare la sua posizione all’interno della famiglia
Una garbata lettera che è un urlo, vista la segregazione monacale che si era autoimposta nei 26 anni che questa donna ha passato col Berlusca.
Un urlo con cui ha voluto dare anche un segnale politico forte alle altre donne: non fatevi marginalizzare, non permettete mai al vostro uomo di mancarvi di rispetto, siate forti, siate degne!
Ho provato un enorme simpatia ed un vago senso di desiderio verso una donna che riesce ad esprimersi con quei toni, mantenendo intatto il proprio ruolo sociale, familiare e la propria personalità.
Uno schiaffo alla pochezza di noi uomini, una banalizzazione efficace delle nostre più basse pulsioni, un manifesto di modernità severo.
Il mio più grande inchino ad una donna capace di rimanere tale nella più difficile delle situazioni.
Chapeau.
E’ proprio vero che la vita è ingiusta, se regala donne di tal fatta a uomini dal grugnito facile.
Volevo poi soffermarmi un attimo sull’appello dei vescovi contro i Pacs.
Antistorico e ottuso, come di chi si mette le dita nelle orecchie e prende a berciare, acchè nessuno possa fargli sentire la voce della ragione.
Ma ho deciso di lasciar perdere e di lasciare la mondezza ai mondezzai.
Prima o poi tutte queste gerarchie verranno spazzate via come con lo sciacquone.
Che siamo noi, i nostri figli o i figli dei nostri figli, la chiesa sta morendo e lascia in mano al fanatismo le proprie ultime chance di restaurazione.
Requiescat in bellum!
Commenti
Non lo considero furbo.
Sarà la senilità ma penso che non si dovrebbero accettare giudizi sulla vita delle persone come si fa con gli alberi.
Ognuno è libero di innamorarsi di chi crede.
Non esiste solo un modo di vivere la vita, io, personalmente, rispetto questa donna e non do una valutazione morale della sua persona perchè ha preferito gli agi di una vita sfarzosa alla miseria da attrice fallita.
Mettersi nei panni degli altri, di altre vite, così diverse dalla nostra, è un esercizio che dovremmo fare non solo per i poveri neri del Botswana.
Altrimenti la tolleranza funziona solo in un senso.
Questa donna ha dimostrato una dignità che me ne cancella qualsiasi altro neo.
Non era una cosa a tavolino?
Io mi chiedo perchè l'abbiano pubblicata.
Personalmente non mi interessa la storia personale di questa coppia.
Quello che mi interessa è il rispetto della donna, il rispetto del genere femminile in quanto tale, la dignità delle persone, lesa da qualsiasi comportamento tribale e ignorante.
Io mi porto a casa questo.
Una bella affermazione di indipendenza femminile.
E non mi importa se tardiva...
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